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In Germania si allarga la crisi dei distributori, nuove chiusure di sedi e tagli agli sconti delle farmacie

Filiera

Tira una brutta aria tra i grossisti tedeschi del comparto farmaceutico, che hanno iniziato il 2022 con tagli alla scontistica delle farmacie e razionalizzazioni della rete logistica. All’origine ci sono le prospettive del comparto tra vecchio e nuovo anno: nel 2021 sono stati distribuiti farmaci con ricetta per 705 milioni di pezzi, una cifra che riporta indietro il mercato ai livelli del 2013. Calano i volumi ma aumentano i valori: 30,7 miliardi di euro le vendite di etici nel 2021, dieci in più di quanto fatturato nel 2011 (sempre per farmaci con ricetta). La colpa è dei medicinali ad alto costo, che oggi rappresentano più di un terzo dei consumi di etico e impongono ai distributori spese crescenti per sostenere stoccaggio e trasporto. Ma i grossisti beneficiano di un sistema di remunerazione che non segue l’andamento dei prezzi: una quota margine sul costo del farmaco del 3,15% (con plafond a 37,80 euro) e una parte fissa di 70 centesimi.

Inoltre pesano l’aumento dei costi, innanzitutto quello del personale (legato all’adeguamento del salario minimo: da 9,60 euro a 9,80 dall’inizio dell’anno, 10,45 a partire da luglio) e poi quelli dell’energia. E così, secondo l’associazione di categoria Phagro i ricavi sono sotto erosione: nel 2012 i grossisti percepivano in media per ogni etico distribuito il 5,8%, oggi stanno sotto il 4%. E’ vero che durante la pandemia hanno consegnato 125 milioni di vaccini più i materiali accessori, ma quest’attività non rimarrà ancora a lungo.

Diverse imprese hanno quindi cominciato a rivedere la struttura di entrate euscite, chiudere magazzini e ridiscutere le condizioni contrattuali con le farmacie. Gehe/Alliance, per esempio, ha chiuso nel 2021 sei sedi e altre quattro seguiranno quest’anno, entro l’estate se i programmi verranno rispettati. Le due società, in partnership dal 2020, restano formalmente entità ancora separate, anche se – come Pharmacy Scanner aveva riferito a dicembre –  la proprietà fa ormai interamente capo a Wba, che a fine anno aveva rilevato la quota di McKesson (30%).

Anche Phoenix, che nell’estate scorsa aveva rilevato magazzini e farmacie della già citata McKesson in diversi Paesi (Italia compresa), sta rivedendo i costi. Secondo quanto riferisce la rivista tedesca Apotheke Adhoc, il gruppo starebbe per disfarsi della sede di Munster, nella Renania settentrionale (l’azienda non conferma né smentisce), ma soprattutto si starebbe preparando a rivedere le condizioni economiche con le farmacie: man mano che scadono i contratti, in sostanza, ai titolari verranno proposti nuovi livelli di servizio e una nuova scontistica, ovviamente al ribasso. Stesse mosse, sempre secondo Apotheke Adhoc, si accingerebbero a impartire anche Sanacorp, cooperativa dei farmacisti con oltre ottomila farmacia clienti, e la già citata Gehe/Alliance. Noweda, altra cooperativa con novemila farmacie clienti, avrebbe invece ridotto gli sconti in modo selettivo, andando a colpire le farmacie che beneficiavano delle condizioni più generose. Ma ancora non è chiara l’entità dei tagli, perché a fine anno il distributore ha rivisto le procedure di fatturazione e rendicontazione rendendo più difficili i confronti con il pregresso. Intanto, Phagro sta lavorando ai fianchi la politica per riuscire a ottenere un aggiornamento dei margini della distribuzione. I compensi ai grossisti, ricorda l’associazione, pesano sul prezzo finale del farmaco per il 3,1%, quelli delle farmacie il 14,5% e le imposte il 14,9%.

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