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Francia, contro la deregulation i network di farmacia lanciano il marketplace dei farmacisti

Filiera

Prevenire è meglio che curare, anche quando si parla di e-commerce in farmacia. E così, dopo la recente sentenza della Corte di giustizia europea sul caso del marketplace francese Doctipharma, le farmacie transalpine corrono ai ripari. Senza attendere che la giustizia nazionale metta la parola fine alla controversia: dopo la pronuncia pregiudiziale della Corte Ue, infatti, spetta al giudice francese stabilire una volta per tutte se Doctipharma vendeva farmaci otc illegalmente oppure si limitava (lecitamente) a mettere in contatto clientela e farmacie, che vendevano dai loro siti vetrina “agganciati” alla sua piattaforma. Passasse questa seconda interpretazione, per Amazon e i grandi marketplace internazionali si aprirebbero opportunità consistenti ed è quindi a fini preventivi che Federgy, il sindacato dei gruppi di acquisto e dei network di farmacie (una quindicina le insegne aderenti, tra le quali Alphega, Evolupharm, Giphar, Giropharm, Népenthès e Optipharm) ha alzato il velo sul suo progetto per un portale di e-commerce delle farmacie francesi, da mettere online entro l’inizio del nuovo anno.

La “prima” è andata in scena venerdì 12 luglio nella sede della Direzione generale per le imprese del ministero dell’Economia e delle finanze, dove Federgy ha presentato i punti chiave del progetto. A partire dal nome, “La mia farmacia in Francia”, il portale è a tutti gli effetti un marketplace creato dai farmacisti per i farmacisti, una piattaforma di servizi che per obiettivo quello di «mantenere un rapporto diretto tra il paziente e la farmacia di sua scelta, anche se il canale di comunicazione è un computer o uno smartphone». In sostanza, ha detto il presidente di Federgy, Alain Grollaud, è un modo per estendere il rapporto paziente-farmacista alla dimensione digitale, con un punto fermo invalicabile: «vendita online e consegna rispetteranno scrupolosamente la normativa nazionale».

Dalla piattaforma, in particolare, le farmacie potranno proporre otc (i soli farmaci per i quali in Francia è autorizzata la vendita a distanza, come in Italia) prodotti dell’extrafarmaco e dispositivi medici. Per scegliere e acquistare l’utente dovrà prima scegliere la farmacia cui rivolgersi, quindi potrà navigare nelle pagine delle offerte e – nel caso – effettuare i suoi ordini. «Il marketplace» specifica Grollaud «chiede sempre di indicare per prima la farmacia, e senza app di geolocalizzazione». Se la farmacia ha già un proprio sito di e-commerce, la piattaforma inoltrerà il cliente al suo indirizzo web; se invece è sprovvista, potrà realizzare un sito-vetrina all’interno del marketplace da dove vendere i suoi prodotti ai prezzi che vorrà».

Una volta completato l’ordine, il navigatore chiude il carrello e procede al pagamento con moneta digitale. Quanto al ritiro della spesa, le opzioni sono due: click&collect (cioè ritiro in farmacia) oppure l’home delivery, il recapito a domicilio. «Abbiamo una trattativa in corso con le Poste francesi» ha sottolineato Grollaud «perché assicuri la consegna in tutta la Francia entro le 24 ore».

Il progetto poi prevede anche altri servizi: i pazienti che non possono muoversi potranno richiedere la consegna a casa anche dei farmaci con prescrizione, cosa che già oggi molte farmacie fanno (basterà disporre della ricetta e della Carte vitale, la tessera sanitaria francese); dai loro siti-vetrina, poi, i farmacisti titolari potranno pubblicizzare i servizi come vaccinazioni, screening e consulti per l’aderenza alle terapie; infine, è anche prevista una funzione di agenda digitale, che consentirà di raccogliere prenotazioni e appuntamenti. «La nostra piattaforma è aperta a tutti i farmacisti» ha concluso Grollaud «per salire a bordo basta un abbonamento tramite abbonamento, la cui entità deve ancora essere definita ma sarà inferiore ai 50 euro al mese».

Intanto non è un caso che il progetto sia stato presentato al ministero dell’Economia e delle finanze: a marzo, infatti, aveva suscitato parecchia inquietudine la notizia che il Governo stava ragionando su una nuova “lenzuolata” di liberalizzazioni che per la farmacia avrebbe potuto includere una deregulation dell’e-commerce farmaceutico. La mezza “débâcle” subita dal presidente Macron alle recenti elezioni nazionali ha allontanato la paura, ma tra i farmacisti resta il timore che proprio il caso Doctipharma possa ancora offrire al nuovo Governo (che ancora deve insediarsi) l’occasione per mettere comunque a segno qualche provvedimento “indigesto” alla filiera. Di qui, appunto, la mossa di Federgy all’insegna del “prevenire è meglio che curare”.

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