Farmacie attenzione ai consumi dell’elettricità perché nel 2022 la bolletta rischia di essere amara. Lo dice un’analisi condotta nei giorni scorsi dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che stima i costi cui dovranno fare fronte imprese e aziende del commercio nel nuovo anno: rispetto al 2019, in sintesi, si prospetta una spesa energetica più cara di quasi 36 miliardi di euro, a causa di prezzi dell’energia che in tre anni sono pressoché raddoppiati e nel 2021 hanno toccato una media di 121,5 euro per megawattora (con un picco di 281 euro per mwh nell’ultimo mese.
Prezzi medi annuali dell’energia elettrica 2013-2021 (euro per mwh)
Per le sue stime, l’Ufficio studi della Cgia ha applicato ai consumi energetici totalizzati dalle imprese nel 2019 un costo medio di 150 euro/mwh, ossia il livello dei prezzi su cui dovrebbe assestarsi l’energia elettrica nel 2022: «E’ stata scelta questa soglia» scrivono gli autori della ricerca «perché nei primi 5 giorni di questo nuovo anno la tariffa è scesa sotto i 200 euro per mwh. In più, le principali istituzioni prevedono una progressiva (anche se non velocissima) riduzione dei prezzi nel corso di tutto il 2022».
I 36 miliari di spesa “extra” scaturiscono dall’incrocio dei valori individuati, e aiutano anche a stimare i comparti che dovranno sopportare i costi maggiori: nell’ordine, dice lo studio, figurano metallurgia (acciaierie, fonderie, ferriere); commercio (negozi, botteghe, centri commerciali); servizi (cinema, teatri, discoteche, lavanderie, parrucchieri, estetiste); alimentari (pastifici, prosciuttifici, panifici, molini); alberghi, bar e ristoranti; trasporto e logistica; chimica. Il settore dei servizi, in particolare, ha assorbito nel 2019 il 33,5% del consumo nazionale di energia elettrica.
Stima dei costi per le imprese, su base regionale (euro per mwh)
L’aumento dei costi, poi, sarà differenziato da regione a regione: in Lombardia, è la stima della Cgia di Mestre, le imprese dovranno sopportare nel 2022 incrementi della spesa per elettricità di 8,5 miliardi, mentre in Valle d’Aosta l’extra non supererà i 122 milioni. Più in generale, le imprese del Nord-ovest si ritroveranno con aumenti per oltre 12 miliardi di euro, quelle del Nord-est per 9,7 miliardi, le aziende del Mezzogiorno per 8 miliardi e quelle del Centro per sei (vedi tabella sotto).