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Douglas, il nuovo ceo starebbe già valutando di disfarsi della farmacia online comprata un anno fa

Filiera

Appena un anno e Douglas, la catena internazionale della profumeria con sede a Düsseldorf e 1.800 negozi in tutta Europa, potrebbe essersi già pentita del suo “sconfinamento” nel mercato digitale della farmacia. A seminare il dubbio un articolo pubblicato nei giorni scorsi dalla rivista tedesca Manager Magazin, secondo il quale all’interno del gruppo era in corso un dibattito sul futuro di Disapo, web-pharmacy olandese (con un fatturato di qualche milione di dollari e vendite localizzate principalmente in Germania) che Douglas aveva acquisito nel febbraio 2022. Nei mesi successivi, come Pharmacy Scanner ha raccontato in diversi servizi, Disapo era stata velocemente integrata nell’e-commerce di Douglas, che attorno alla sua nuova farmacia online aveva lanciato anche una massiccia campagna di informazione.

A ottobre però Tina Muller, il ceo che aveva progettato e governato l’operazione Disapo, ha lasciato la direzione del gruppo al manager olandese Sander van der Laan e il vento ha cominciato a cambiare. Il problema, come spiega Manager Magazin, è l’esposizione del gruppo, che si trascina da anni un indebitamento di circa due miliardi di euro il cui peso in termini di interessi arriva a circa 100 milioni all’anno. Van deer Laan è stato chiamato per rimettere un po’ di ordine nei conti e per farlo ha messo a punto un piano di ristrutturazioni, chiamato Reshape, che avrebbe l’e-commerce nel mirino.

Il fatto è che con l’esaurimento della pandemia l’online ha perso slancio, mentre gli acquisti nel canale fisico sono tornati a crescere. Risultato, il gruppo ha chiuso l’esercizio fiscale 2021/2022 con vendite in crescita del 27,4% nei negozi in calce e mattoni e in lieve calo (-0,7%) nel digitale. In aggiunta, i rapporti tra Douglas e il fondatore di Disapo, Sebastian Kraus, sono progressivamente peggiorati, con il gruppo tedesco che ha cominciato a chiedere un ritocco al ribasso della cifra originariamente pattuita per l’acquisizione (quasi 34 milioni di euro) a causa di alcuni dati sui ricavi in apparenza “gonfiati”.

Fatta la somma di tutti i problemi (e aggiunto il fatto che, in Germania, da un paio di anni il business online dei farmaci con ricetta è stato quasi azzerato da alcuni paletti legislativi), Van deer Laan avrebbe ormai tratto la conclusione che disfarsi di Disapo sarebbe la cosa migliore, ma se ancora non l’ha fatto è perché la proprietà – l’equity fund Cvc – non sarebbe del tutto convinta. Anche solo per ragioni tattiche: per vendere bene, occorrerebbe che il gruppo riuscisse a raccontare qualche storia di successo sulla web pharmacy olandese, ma al momento non c’è sono.

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