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Distributori automatici di mascherine, l’ultima novità della “covid-economy”

Filiera

La covid-economy, la nuova economia che ruota attorno al coronavirus e all’emergenza epidemica, continua a reclutare imprese in cerca di ossigeno e di nuovi mercati. E così, dopo le decine di industrie che si sono riconvertite alla produzione di dpi e mascherine, sono ora le aziende dell’automazione horeca a farsi sotto. E a riproporre le loro vending machine modificate – che prima offrivano caffè e merendine – per distribuire mascherine e dpi. In ospedali e strutture sanitarie, uffici pubblici, stazioni.

A muovere questo nuovo mercato è soprattutto il Veneto: ai primi di maggio un distributore automatico di mascherine, gel igienizzante e guanti monouso è stato installato a Crocetta del Montello, in provincia di Treviso; realizzato da un’azienda specializzata in macchine per caffè, è stato voluto dal comune che l’ha sistemato davanti all’ingresso dell’ufficio Servizi sociali. Un paio di settimane prima, una vending machine dello stesso genere era stata installata davanti alla casa di riposo di Marano di Valpollicella, in provincia di Verona: a realizzarla un pool di tre aziende della zona (una riconvertita alla produzione di mascherine, la seconda specializzata in impianti elettrici e la terza in distributori automatici), che subito a ruota ne hanno installato un secondo distributore a Bussolengo, sempre nel veronese, e un terzo nel capoluogo, davanti alla biglietteria della stazione di Porta Nuova.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

 

A sinistra, il distributore di mascherine installato davanti alla casa di riposo di Marano di Valpollicella, in provincia di Verona. A destra, la macchina in servizio all’ingresso del comune di Crocetta del Montello, in provincia di Treviso.

 

Risale invece a una decina di giorni fa l’installazione di un’altra vending machine (stesso produttore di Marano) a San Giorgio delle Pertiche, in provincia di Padova. Anche qui l’idea è del comune e i modelli in vendita 24h vanno dalle richiestissime chirurgiche (0,5 euro) fino a quelle lavabili in casa, cui si aggiungono anche guanti e igienizzanti. Ma questi sono soltanto i primi casi: una veloce ricerca su internet con la chiave “distributori automatici mascherine” rivela che sono parecchie le aziende italiane già riconvertite, anche perché è ormai certo che la domanda resterà intensa ancora a lungo. E con i prezzi calmierati, un’azienda che produce e vende tramite apparecchi automatici mette in tasca anche la quota del distributore e ne contiene i costi.

 

A sinistra, la vending machine davanti al comune di Mirabello, a destra il distributore in funzione davanti all’area biglietterie della stazione Porta Nuova di Verona.

 

Non a caso, abbondano anche gli esempi provenienti dall’estero. A Vienna, per esempio, la società MobiNil ha cominciato a rifornire i suoi distributori di dispositivi di protezione dall’inizio di aprile. Si tratta di 52 macchine installate in altrettante stazioni della metropolitana, che prima vendevano elettronica e accessori e ora propongono una o due rastrelliere interamente riempite di mascherine (in confezioni da 15 o 20 euro). Ha avuto la stessa idea anche Meine-maske.at, società austriaca di Dornbirn, nel Vorarlberg, che produce maschere e altri dpi: da un mese circa – cioè da quando il mercato settimanale ha riaperto – l’azienda ha installato in centro città un distributore automatico, dal quale vende i propri articoli direttamente al consumatore finale.

 

A sinistra, distributore MobiNil nelle stazioni metro di Vienna. Accanto, il modello installato da Meine-maske.at a Dornbirn.

 

Anche l’elvetica Selecta, che in tempi normali gestisce vending machine di snack e merendine, si è riorganizzate per commercializzare anche le mascherine. Secondo quanto riporta la stampa locale, ci sarebbero macchine già in funzione all’aeroporto di Zurigo (davanti a imbarchi e check-in) e un’altra ottantina in Belgio, che propongono non solo mascherine ma anche igienizzanti e altri dispositivi. A Bruxelles, in particolare, se ne contano 32 nelle stazioni ferroviarie, che vendono le mascherine monouso in pacchi da cinque a 7 euro, le riutilizzabili a 9 euro la coppia e le premium, lavabili fino a 500 volte, a 15 euro. Vending machine anche a Brno, nella Repubblica Ceca: sono una decina in tutto, distribuite in piazze e centri commerciali per iniziativa del comune, e distribuiscono mascherine e dpi forniti da un produttore locale a prezzi che, secondo quanto riporta la stampa locale, fanno concorrenza a quelli praticati dalle farmacie del posto.

 

A sinistra, vending machine in una stazione di Bruxelles. Accanto, distributore a Brno, Repubblica Ceca.

 

Un veloce balzo a ovest ed eccoci in Germania: il primo distributore automatico è comparso a Berlino il 27 aprile, nella stazione della metropolitana di Turmstrasse, in concomitanza con l’entrata in vigore della norma governativa che obbliga a viaggiare muniti di mascherina. Poi, secondo quanto raccontano i giornali tedeschi, un altro a Neumünster, nella Germania del Nord, e per finire due ai primi di maggio a Monaco e Augusta, prodotti da un’azienda specializzata che ha lanciato la sua vending machine “Mask-o-mat”, con l’obiettivo di coprire l’intero Paese. Ogni macchina contiene circa mille pezzi di vario modello, il più economico a 95 centesimi.

 

Il primo distributore tedesco di mascherine, installato nella metropolitana di Berlino il giorno stesso in cui è scattato l’obbligo di girare con il volto protetto. 

 

Chiudono la carrellata gli Stati Uniti: a fine aprile l’azienda Rapidmask2go.com – che vende dpi via internet – ha installato il suo primo distributore automatico a Manhattan, New York, e nel giro di un paio di settimane ne ha già messi altri due, sempre nella metropoli, che vendono le Kn95 a 4 dollari l’una. “Non sembrava esserci un fornitore affidabile in città” ha detto David Edelman, co-fondatore dell’azienda “la gente raccontava di averle dovute comprare a 7 o 10 dollari al pezzo. Abbiamo pensato che fosse necessario assicurare approvvigionamenti convenienti e affidabili”.

 

La vending machine di Rapidmask2go a Manhattan, New York. Nei piani dell’azienda, che vende via internet, c’è quello di aprire nella metropoli Usa anche un negozio fisico, dedicato soltanto alla vendita di dpi.

 

Infine c’è il caso dell’aeroporto internazionale di Las Vegas, il primo a essersi fornito di vending machine per mascherine. Ce ne sono addirittura due, installati in altrettanti terminal dello scalo, che vendono disinfettante per le mani, salviette imbevute di alcol e maschere per il viso a prezzi compresi tra i 4,25 e i 14,50 dollari. E’ evidente che l’obiettivo è quello di risollevare le sorti del trasporto aereo, messi in crisi da covid come pochi altri comparti produttivi. Non a caso, sono parecchie le compagnie che offrono gratuitamente mascherine, guanti e igienizzanti ai passeggeri in partenza.

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