Cosmetici, nel 2017 mercato in farmacia piatto. I produttori: serve partnership

Mercato

Il 2017 sarà un anno piatto per il mercato della cosmetica in farmacia. Questa almeno è la stima che arriva dalla consueta Indagine congiunturale con cui Cosmetica Italia fotografa lo stato di salute del settore al giro di boa del primo semestre: tra gennaio e giugno, il comparto ha fatto registrare nel canale una crescita di appena lo 0,5%, valore con cui – secondo le previsioni – la farmacia dovrebbe anche andare a chiudere l’anno.

Eppure, a livello globale la cosmetica mostra ben altri numeri: a fine anno la crescita sul 2016 dovrebbe aggirarsi attorno al 5%, per un giro d’affari vicino agli 11 miliardi di euro. Alimenta il trend innanzitutto l’export, che a fine anno dovrebbe chiudere con un incremento del 9,5%, ma anche i consumi interni si muovono e per dicembre le stime parlano di un aumento del fatturato attorno all’1,2%. A tale crescita, però, i diversi canali del retail contribuiscono in modo differenziato.

A trainare sono principalmente i canali dei monomarca (Kiko, Bodyshop) e degli specializzati casa-toilette (per esempio Acqua&Sapone), dove si registrano incrementi superiori al 6%. E vola anche l’e-commerce, che fa da locomotiva alle vendite dirette (+8,5% la stima di fine anno). Avanzano invece a fatica gli altri canali: la farmacia – delle cui stime si è già detto – dovrebbe chiudere l’anno con un giro d’affari di poco superiore a 1,8 miliardi di euro, cifra che le consentirebbe di avvicinare la profumeria (da oltre 50 anni al secondo posto nella classifica per canali di vendita). In vetta, con un fatturato superiore ai 4 miliardi di euro (pari al 40% del mercato complessivo) c’è sempre il mass market, che però mostra linea piatta quanto le imprese dalla croce verde (+0,7% la stima per dicembre).

«Da alcuni trimestri» è la valutazione che arriva dall’Indagine «il consumo di cosmetici in farmacia mostra piccoli segnali di incertezza, legati alla rimodulazione delle opzioni di acquisto, che hanno inciso più sui volumi che sui valori». Le aziende del comparto, prosegue il report, confermano quindi la volontà «di affiancare il farmacista e la sua crescita imprenditoriale», operando sempre più sinergicamente sull’identità della farmacia, sul posizionamento e sulla caratterizzazione dei suoi clienti. Proprio la clientela è al centro delle valutazioni provenienti dalle aziende: la generale tenuta del canale e le sue potenzialità, forse ancora inespresse, si spiegano con «la fiducia che i consumatori riconoscono alla farmacia, ai suoi livelli di affidabilità, di specializzazione e alla cura dei servizi».

Meritano qualche riflessione anche i dati sui consumi per categoria. La connotazione “salute” o “igiene” di alcuni segmenti offrono alla farmacia l’opportunità di integrare questi comparti nella propria offerta salvaguardando vocazione e coerenza del canale. E le consentono di guardare con ottimismo al futuro. «La farmacia in questi anni è cresciuta tantissimo» commenta a Pharmacy Scanner Stefano Fatelli, presidente del Gruppo cosmetici in farmacia di Cosmetica Italia «ora però c’è bisogno di un cambio di passo per cogliere i bisogni di un consumatore che è cambiato e chiede cose nuove». Un consumatore, dicono i dati, che mostra le maggiori capacità di spesa nella fascia di età over 50, quella cioè che più spesso gravita attorno alla farmacia. «Si veda, a conferma, quanto sta succedendo nel segmento anti-age» riprende Fatelli «c’è una crescita di prezzo e aumentano i consumatori che cercano la qualità. E’ lì che la farmacia, con il supporto delle aziende, deve lavorare».

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