Il mercato della cosmetica in farmacia chiude il 2021 con una crescita dei fatturati attorno al 2% e promette di confermare lo stesso tasso di incremento anche nel primo semestre del 2022. La stima arriva dall’ultima Indagine congiunturale di Cosmetica Italia, l’associazione che rappresenta produttori e imprese del comparto beauty: presentata giovedì 24 febbraio in videoconferenza, la pubblicazione propone come di consueto un “pre-consuntivo” dell’anno appena chiuso e una previsione di cosa serberà la prima metà del nuovo.
La farmacia, dice l’Indagine, dovrebbe aver chiuso il 2021 con un fatturato che si aggira attorno ai 1.846 milioni di euro, una cifra che la piazza al terzo posto, appena sotto la profumeria (1.880 milioni, +22,6% nell’ultimo anno), nella classifica dei canali per quote di mercato. Al primo posto c’è sempre la gdo, che nel 2021 totalizza un giro di affari di circa 4,5 miliardi di euro (+1%), mentre il canale che mette a segno l’incremento annuo più cospicuo è ancora l’e-commerce (+23,2%), che però mostra una quota di mercato inferiore di oltre la metà a quella della farmacia (vedi sotto).
Il bicchiere però non è soltanto mezzo pieno: anche se l’emergenza pandemica ha “graffiato” la farmacia meno di altri canali (che nel primo lockdown hanno dovuto patire chiusure prolungate, la crisi sanitaria continua a far sentire i suoi effetti: «La minaccia più evidente» avverte Cosmetica Italia «è rappresentata dalle visite nei punti vendita ancora condizionate dall’insicurezza, nonostante la fedeltà nel canale sia intatta», anche se la stessa crisi «potrebbe accelerare il processo di ripensamento e riposizionamento strategico dei farmacisti nei confronti del cosmetico». In ogni caso, osserva l’Indagine, si confermano i recuperi di sell-out già osservati sin qui e si attendono «importanti dinamiche dalle nuove catene fisiche e virtuali, oltre a probabili cambiamenti derivanti dalle aggregazioni tra farmacie».
Altro fenomeno da seguire quello dell’e-commerce: il 2021, osserva Cosmetica Italia, non ha fatto altro che confermare le importanti dinamiche di sviluppo delle vendite online, che alla fine del 2021 portano il retail digitale al quarto posto tra i canali della cosmesi con un peso dell’8,2%. «La crescita dei volumi» annota l’Indagine «non si è esaurita con la ripresa dei consumi e, anzi, ha confermato la struttura definitiva delle vendite digitali come elemento imprescindibile e irrinunciabile per soddisfare le mutate abitudini dei consumatori».
Le rilevazioni del Centro studi di Cosmetica Italia, in particolare, rivelano un allargamento delle vendite online nelle varie tipologie del cosmetico: se nei precedenti anni i prodotti più acquistati sulle piattaforme digitali erano legati ai profumi, al make-up, e, più marginalmente, a qualche prodotto per la cura della pelle, oggi si assiste all’ampliamento dell’offerta in cui entrano nuove categorie come i prodotti per capelli e cuoio capelluto, i solari e i prodotti per le mani.
Nell’insieme, dice ancora l’Indagine congiunturale, il settore chiude il 2020 con un giro d’affari di 11,7 miliardi di euro, +10,2% rispetto al 2020 grazie soprattutto alle esportazioni che crescvono del 13% sul 2020. «Le prospettive di ripresa per l’anno in corso sono evidenti» commenta Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia « tanto che le stime elaborate in questi giorni prevedono una chiusura del 2022 prossima ai 12,5 miliardi di euro. La crisi ha avuto un deciso impatto sulla filiera, che tuttavia ha dimostrato la propria capacità di andare oltre le difficoltà congiunturali e rimanere al passo con le richieste del mercato».
Resta il fatto che la crescita di due punti percentuali con cui la cosmetica in farmacia chiude il 2021 resta lontana dalle previsioni formulate quest’autunno, che stimavano per il canale un incremento annuo del 4%. «I due punti che mancano sono il prezzo pagato dai farmacisti e dalla filiera per assistere gli italiani nella pandemia, con tamponi e vaccini» commenta a Pharmacy Scanner Luigi Corvi, presidente del Gruppo cosmetici in farmacia di Cosmetica Italia «l’impegno è stato doveroso ed encomiabile, ma ha comportato necessariamente una “defocalizzazione” delle attività istituzionali della farmacia. Soltanto nell’ultimo bimestre, la cosmesi ha perso circa otto punti, anche se le previsioni sono di chiudere il primo semestre 2022 con una crescita del due%. Occorre rifocalizzare al più presto l’attività sul consiglio al paziente, nel farmaco ma anche nell’extrafarmaco».