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Convention Farmà Plus: il “turbonetwork” di Farvima punta a 400 farmacie. «Costruiamo valore»

Filiera

Farmà Plus, il network delle farmacie indipendenti che fa capo al gruppo Farvima, si avvia a chiudere il 2024 con un sell-out di oltre 480 milioni di euro e 352 esercizi affiliati, che dovrebbero crescere sopra i 400 nel 2025. E performance in crescita: nei primi nove mesi di quest’anno il margine commerciale è cresciuto del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, il valore medio dello scontrino dell’1,7%, i pezzi medi a scontrino del 4,5%, la scorta media a magazzino è calata del 12%.

I numeri arrivano dalla Convention 2024 che l’insegna ha organizzato da venerdì 18 a domenica 20 settembre a Taormina, in provincia di Catania. Due giorni di “networking” che sono serviti ad aggiornare gli affiliati e le imprese partner su programmi e progetti dell’aggregazione per il nuovo anno. «Il nostro obiettivo è continuare a costruire valore» ha detto Alessandro Bruschi, direttore generale di Farmà Plus «tanto per le nostre farmacie quanto per l’industria, alla quale assicuriamo incrementi della penetrazione e del sell-out». Sono cinquanta gli accordi commerciali in corso con le aziende partner e oltre 70 gli eventi formativi organizzati quest’anno, con una presenza media di 45 farmacie per singolo appuntamento. E poi le attività di telemarketing (oltre 5.300), i volantini (1,2 milioni), i gadget distribuiti durante le giornate in farmacia (35mila), le oltre 150mila fidelity card attive, i 5.400 ordini transitati dall’app del network, i 230mila spot diffusi dai ledwall delle farmacie affiliate, i quasi 17mila follower dei canali social (Facebook e Instagram).

 

La distribuzione del network a livello regionale

Fanno valore anche le specificità del network: «Siamo ormai presenti in quasi tutto lo Stivale» ha ricordato Bruschi «ed esprimiamo al meglio la prossimità che caratterizza il canale, dato che i clienti delle farmacie del network distano in media 4 minuti di macchina». «Siamo un turbonetwork» ha detto Gaetano Cardiel, presidente di Sofad (la società del gruppo Farvima cui fa capo Farmà Plus) «uno strumento che favorisce e accresce la coopetizione tra i diversi soggetti della filiera»

 

I clienti delle farmacie Farmà Plus, numeri e segmentazione

 

Ma alla convention si è anche parlato del difficile momento che sta attraversando la distribuzione intermedia. «Siamo alle corde» ha detto senza giri di parole Renato De Falco, vicepresidente del gruppo Farvima «assicuriamo sempre più servizi alle nostre farmacie ma il nostro lavoro non viene riconosciuto. Ne discende uno stato di disagio che non possiamo più sottacere, anche perché non sarà certo l’operazione tra Cef e Unico a risolvere i problemi di questo comparto». E le stesse preoccupazioni le ha espresse a Pharmacy Scanner anche Mirko De Falco, presidente e ammin8istratore delegato del gruppo (vedi sotto): sul farmaco ormai la distribuzione lavora sottocosto e quindi urge che la filiera faccia squadra.

 

 

Diventa allora evidente quale ruolo spetti ai network delle farmacie indipendenti che fanno capo a un distributore, quel è appunto Farmà Plus: la coopetition di cui parlava Cardiel, una logica win-win in cui farmacisti, grossista e fornitori traggono vantaggio dalla reciproca collaborazione competitiva. Ma perché le ruote del meccanismo girino, occorre che il network goda della fiducia di tutti i suoi affiliati. «Oggi l’industria chiede alla distribuzione innanzitutto il rispetto degli accordi commerciali» ha ricordato Paolo Bertozzi, socio fondatore e partner di TradeLab «quindi loyalty e compliance ai piani marketing, a partire da assortimento e attività in store». Di conseguenza, il valore del network è direttamente correlato alla compliance dei suoi affiliati, ossia la coesione e la fedeltà verso i programmi marketing e sell out del gruppo, e il valore delle singole farmacie della rete discende dalle loro capacità intrinseche (format, team, location, store) sommate al valore del network di cui fanno parte.

In particolare, ha ricordato Erika Mallarini, docente Sda Bocconi, il network può essere un partner prezioso della farmacia in questo particolare momento di transizione, in cui il consumatore sta cambiando abitudini e comportamenti di acquisto. «Nessuno discute il valore della relazione con il farmacista» ha detto «ma oggi più che mai è importante avviare questa relazione quando il cliente ancora non è entrato in farmacia. Occorre fare comunicazione out-store, servono innovazioni e digitalizzazione, e se la farmacia non le fa con l’aiuto di un network rischia di fare poco o non abbastanza».  Sarà forse per questo, ha concluso Bertozzi, che oggi le farmacie aggregate (in catena, network o insegna delle comunali) sono quasi 3.800 e di qui al 2027 cresceranno di un altro 20%, arrivando ben oltre le quattromila.

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