Skin ADV

Chiaberge: I nuovi format trasversali? Oggi i clienti cercano la comodità

Interviste

Trasversalità, contaminazioni, contiguità. Dal “concept store” milanese di Boots, che mette assieme farmacia e beauty shop, al nuovo format di Douglas Pro, che unisce profumeria e beauty farm con un forte richiamo alla farmacia, si fa strada la sensazione è che i vecchi compartimenti e le tradizionali categorie del retail stiano perdendo senso. Anche perché oggi c’è un consumatore che – per colpa di Amazon & c. – è sempre più abituato a comprare su marketplace virtuali dove si raggiunge tutto in pochi click. Ma è proprio così? Parola a Giorgio Chiaberge, consulente della farmacia e firma ricorrente della rubrica Blog-notes di Pharmacy Scanner.

Farmacie che importano format e prodotti delle profumerie, profumerie che fanno il verso alle farmacie, catene del Pet come Arcaplanet o l’Isola dei Tesori che aprono il corner del farmaco veterinario. Che succede, i tradizionali confini dei canali commerciali stanno diventando sempre più evanescenti?
Ma è poi così vero che si stanno facendo evanescenti? Siamo sicuri, tanto per citare il caso di Douglas Pro, che il consumatore avverta tutta questa distanza tra cosmetico della profumeria e dermocosmetico della farmacia? Non lo so, non ho una risposta certa, ma è indubbio che oggi molti prodotti fanno presenza fissa in tutti i canali di vendita.

Perché allora queste contaminazioni, questo fiorire di format trasversali?
Il fatto è che il mercato è sempre più competitivo e il consumatore si muove sempre più disinvoltamente tra i diversi canali così come tra offline e online. La torta, intesa come valore del mercato, però non cresce e allora si cerca di allargare la propria fetta a scapito del vicino. Il cliente, dal canto suo, cerca sempre di più la soddisfazione e la comodità, il tempo è una risorsa preziosa e se aggrego la spesa per categorie contigue di prodotto tanto meglio.

Questo concetto del tempo come risorsa su cui gli italiani vorrebbero risparmiare forse non è stata ancora assimilata adeguatamente dai farmacisti…
Concordo. E poi, dovrebbero anche chiedersi com’è stato possibile farsi progressivamente scippare mercati quali il baby o la veterinaria.

Che cosa è successo?
Non vale per tutti i titolari, ovviamente, ma l’errore principale è stato quello di non aver saputo valorizzare questi comparti mettendoli nella giusta evidenza. Sia chiaro, le farmacie hanno un problema di superficie che concept store come Douglas Pro proprio non hanno, ma fatto salvo questo limite fisico sono mancate selezione e ampiezza/profondità: non sono state fatte scelte sulle marche e non si è curata l’offerta in modo da proporre tutte le categorie di cui ha bisogno l’utenza di riferimento. I category killer del Pet non si sforzano di avere tutto, cercano di avere tutto ciò che vuole la loro clientela.

Altri articoli sullo stesso tema