Centri commerciali, nei più piccoli calano gli affitti ma anche gli ingressi

Mercato

Farmacisti titolari attenti, aprire o trasferire la farmacia in un centro commerciale potrebbe rivelarsi oggi più conveniente che in passato ma, come dice l’adagio, non è tutt’oro ciò che luccica. E’ l’indicazione che arriva dalla quinta edizione del Rapporto Confimprese-Reno sull’andamento delle 949 strutture (retail park, factory outlet, mall) in attività sul territorio nazionale nel 2017: nei centri commerciali di taglio medio-piccolo, dai 5 ai 20mila metri quadri, i costi di affitto dei negozi ai retailer sono calati nell’ultimo quinquennio anche di un quarto. Qualche esempio? Per uno spazio tra gli 80 e i 200 metri quadri, una delle “taglie” più comuni nella maggior parte dei centri commerciali, i canoni sono scesi mediamente del 7%. Ma nelle strutture più piccole, quelle da 15-25 negozi, la contrazione ha raggiunto il 25% (da 410 a 315 euro all’anno per mq). E nel caso di locali di una taglia più grande, tra i 200 e i 500 metri quadri, la flessione media – sempre nel periodo 2012-2017 – si aggira intorno al 16%.

 

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Discorso analogo per i negozi tra i 500 e i 1.000 mq: gli affitti calano del 40% nei centri commerciali con superficie tra i 5 e i 20mila metri quadri, del 26% nei centri tra i 20 e i 40mila mq, dell’11% nelle strutture tra i 40 e i 60mila mq. I ribassi, peraltro, non accomunano tutte le tipologie di centro commerciale. Gli shopping center più grandi, con superficie dai 60mila mq e oltre cento negozi, vantano invece affitti in aumento per quasi tutte le taglie (+1% per gli spazi sotto i mille metri quadri, +16% sopra). Il motivo, spiega il Rapporto Confimprese-Reno, è presto detto: al contrario dei centri commerciali minori, le grandi strutture sono le uniche a registrare netti aumenti nelle presenze, grazie a un bouquet di negozi che comprende le marche leader del retail e a un’offerta attraente nella ristorazione. E così, se nel quinquennio gli shopping center mettono a segno un +11% negli accessi, la media nazionale sui 949 centri commerciali “censiti” dal Rapporto mostra una contrazione media delle presenze del 5%, che diventa ancora maggiore nelle strutture della categoria “convenience”, sotto i 60mila metri quadri.

 

 

Il farmacista titolare che vede nel calo degli affitti un invito a soppesare l’eventualità di un trasferimento della farmacia (o l’apertura della sede vinta con il concorso straordinario) in un centro commerciale, dunque, faccia bene i propri conti. E non dimentichi la specificità del canale in cui opera: «Per un negozio del retail tradizionale» avvertono i commercialisti bolognesi Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta «un affitto che vale il 4% del fatturato annuo pesa di fatto per l’8% sulla sua marginalità media. Ma nel caso di una farmacia, la cui marginalità è soggetta a dinamiche nettamente differenti, può anche arrivare al 12%».

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