Dopo qualche settimana di gossip finanziario, ora arriva la conferma ufficiale: Wba ha effettivamente avviato una riflessione strategica sul futuro di Boots Uk, la catena che raggruppa 2.200 farmacie di proprietà in tutto il Regno Unito. Ad ammetterlo, la settimana scorsa, il ceo della multinazionale americana, Rosalind Brewer, da circa un anno alla guida del gruppo dopo il passaggio di Stefano Pessina alla carica di executive chairman del cda: «La riflessione è in linea con la nostra nuova direzione strategica» ha detto Brewer intervenendo alla JP Morgan Healthcare Conferece «in particolare l’accresciuta attenzione per il mercato sanitario statunitense. Sebbene questi i ragionamenti siano in una fase esplorativa, prevediamo di procedere rapidamente».
Intanto nei giorni a cavallo tra dicembre e gennaio si sono intensificate le manovre attorno alla possibile vendita di Boots. Secondo diverse fonti di stampa, nella partita per l’acquisizione dell’insegna inglese potrebbe entrare la britannica Cvc Capital Partners, una delle più importanti società di private equity a livello mondiale. Il suo nome va ad aggiungersi a quello di un altro fondo di equiy, Bain Capital, che un paio di settimane fa era stato dato dal quotidiano londinese Times tra gli eventuali interessati all’affare. Per il canale televisivo Sky News, in particolare, le due società si preparerebbero a organizzare una cordata con cui lanciare un’offerta congiunta per l’acquisto delle oltre duemila farmacie di Boots Uk.
Nella partita però, avvertono diversi osservatori, potrebbero entrare anche altri fondi di equity, soprattutto nel caso in cui Wba confermasse l’intenzione di vendere l’insegna inglese in un’asta curata dalla banca d’affari Goldman Sachs. Boots, d’altronde, ha visto crescere la propria appetibilità dopo la pubblicazione dei risultati dell’ultimo trimestre: le vendite al dettaglio, a parità di rete, sono aumentate del 16,3% (anche se il traffico nelle farmacie rimane al di sotto dei livelli pre-covid), le vendite online sono quasi raddoppiate rispetto al pre-pandemia, le dosi di antinfluenzale somministrate nei punti vendita in questa stagione superano i due milioni (+150% sull’anno scorso). E ancora: chi eventualmente acquisterà, si ritroverà con una buona parte delle “pulizie” di casa già sbrigate. In due anni, infatti, sono state chiuse circa 200 farmacie “sotto-performanti”; i siti delle altre sono stati aggiornati per rimanere al passo con i competitor come Amazon e in tutto il Regno Unito sono stati aperti 27 nuovi Beauty center con il marchio Boots, per stare al passo con i nuovi comportamenti del consumatore.