Ballano 2-3 mld nell’asta per Boots, che in otto anni pare aver perso quasi metà del suo valore

Filiera

Walgreens l’acquistò nel 2014 per nove miliardi di sterline. Ora ne chiede sette per venderla, ma secondo le valutazioni degli analisti di mercato difficilmente riuscirà a ottenere più di 4-5 miliardi. Sono le cifre che ballano nella partita in corso a Londra sulla cessione di Boots Uk, la più importante catena britannica di farmacie con circa 2.200 esercizi in tutto il Regno Unito. Secondo quanto riporta la stampa finanziaria d’Oltremanica, le offerte messe sul tavolo entro il 16 maggio scorso si sono rivelate tutte piuttosto distanti dalla richiesta iniziale di Wba, che ora sta negoziando con i singoli concorrenti per esplorare la disponibilità a eventuali rialzi.

Finora però i risultati sarebbero scarsi. Di più: in un articolo pubblicato un paio di giorni fa, la rivista Bloomberg ha rivelato che la cordata costituita dai fratelli angloindiani Issa (i proprietari della più importante catena britannica della gdo, Asda) e dal fondo di private equity Tdr Capital non soltanto avrebbero respinto l’invito di Wba a un cospicuo rilancio, ma starebbero anche valutando un’uscita dall’asta.

Se così fosse, la palma dei favoriti passerebbe a un’altra cordata mista, quella formata dal colosso indiano Reliance Industries e dalla società statunitense di equity Apollo Global Management, la cui offerta si aggirerebbe sui 5 miliardi di sterline.

I giochi sono ancora aperti e non si escludono colpi di scena da parte di qualche outsider, intanto però gli analisti hanno cominciato a fornire le loro valutazioni su cifre e sottintesi della trattativa. In un articolo della Retail Gazette, per esempio, Sofie Willmott di Globaldata afferma che i sette miliardi chiesti da Wba per cedere Boots rappresentino una valutazione estremamente ambiziosa, considerata la capitalizzazione dell’azienda più ampia e il suo contributo in termini di vendite e profitti. «I quattro miliardi offerti da Issa-Tdr Capital» fa notare Willmott «equivalgono a circa il 12% della capitalizzazione di Wba, quando nel 2021 Boots ha contribuito alle vendite della casa madre americana per circa il 6% e ai profitti per circa il 5%».

Secondo altri analisti di mercato, le richieste economiche di Wba sono troppo ottimistiche: Boots è «un’attività matura e sottoinvestita» e chi l’acquisterà dovrà fare investimenti per ammodernare la rete. Inoltre, occorre considerare che negli ultimi anni Boots ha perso importanti quote di mercato nel comparto salute e bellezza a beneficio di discount e negozi specializzati. E la tendenza rischia di protrarsi anche negli anni a venire, visto che l’incertezze e difficoltà del presente spingeranno molti consumatori rivolgersi sempre di più ai canali del retail più economici. Anche se, ammettono tutti, Boots rimane il retailer numero uno nel mercato inglese della salute e della bellezza: la solida reputazione del suo brand e le attraenti location dei suoi punti vendita la rendono pur sempre una catena appetitosa per molti operatori.

Ci sono spunti di riflessione in abbondanza anche per le farmacie italiane.

 

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