Tornano a riecheggiare le voci di una vendita (o, in alternativa, una quotazione in borsa) di Boots Uk, la catena inglese cui fanno capo 2.200 farmacie tra Regno Unito e Irlanda. L’aggiornamento arriva dal sito inglese di notizie economiche This is money, che riferisce di «enormi pressioni» da parte di azionisti e consiglio di amministrazione di Wba perché il presidente esecutivo, Stefano Pessina, e il ceo Rosalind Brewer separino («to break up») i destini della casa madre americana da quelli della compagnia inglese. All’origine di tali spinte, spiega la rivista, ci sarebbe la convinzione che per Walgreens le attività in Europa – Boots e non solo – rappresentano soltanto una «distrazione» rispetto ai piani del gruppo per il mercato americano.
Quali? Come noto, negli Usa Wba ha inanellato negli ultimi anni una serie di operazioni che puntano ad affiancare alla vendita di farmaci e prodotti per la salute l’erogazione di servizi sanitari per privati e assistiti delle assicurazioni. Rientrano in questa strategia, per esempio, la partnership con VillageMD (catena americana di circa 230 retail clinic dove Wba figura con una partecipazione del 63%) che mira ad aprire nelle farmacie Walgreens 600 ambulatori di cure primarie entro il 2025 e mille per il 2027; oppure, i recenti acquisti di Carecentrix, provider di cure domiciliari e (in partnership con VillageMD) di Summit Health-CityMD, fornitore di servizi medici e medicina d’urgenza.
Wba, in sostanza, sta cambiando progressivamente pelle e assume sempre di più le fattezze di un forniture di cure primarie e di prossimità, con investimenti di miliardi che invitano a disfarsi di attività sempre meno redditizie. Per gli investitori americani questa sarebbe la sorte di Boots Uk: il gruppo, riferisce ancora This is money, ha perso durante la pandemia 278 milioni di sterline (da cui la chiusura di migliaia di posti di lavoro) e i dati dell’ultimo trimestre, diffusi pochi gio4rni fa, non fanno fare salti di gioia: rispetto a un anno prima le vendite nelle farmacie inglesi sono cresciute soltanto del 2% a causa «della minore domanda di servizi covid», anche se il traffico è cresciuto e le vendite delle referenze commerciali sono aumentate del 16%.
Se le voci dovessero trovare conferma, questo sarebbe il secondo tentativo di Wba di disfarsi di Boots Uk. Il primo risale al gennaio dell’anno scorso, quando il gruppo americano mise l’insegna sul mercato a un prezzo base di 7 miliardi di sterline. A giugno, tuttavia, l’operazione venne archiviata una volta constatata l’assenza di offerte adeguate. Secondo This is money, Pessina concorderebbe sull’opportunità di scindere Wba da Boots, ma non condividerebbe la fretta di azionisti e cda.
Come Pharmacy Scanner ha già avvertito in passato, le vicende di Boots Uk non avranno riflessi sulle farmacie Boots italiane, che non fanno capo a Wba ma ad Alliance Healthcare Italia, a sua volta controllata da Sprint Acquisitions Lux Holdco, di Alliance Santé Partecipations (la cassaforte di Stefano Pessina) per il 91% e di Walgreens Boots Alliance per il restante 9%.