Se il mercato italiano ha contribuito con «un’ottima prestazione» al +7% di crescita organica con cui il segmento farmacia di CompuGroup Medical ha chiuso il 2022 – come certifica il comunicato diffuso un paio di settimane fa dal gruppo internazionale – è anche merito della propensione a innovare dei farmacisti italiani. Parole di Alessandro Avezza, da pochi giorni country manager e vicepresidente area Italia di Cgm – che per Pharmacy Scanner passa in rassegna progetti e cantieri cui sta lavorando la filiale italiana della società tedesca.
Avezza, il comunicato di casa madre sul consuntivo 2022 sembra quasi portare l’Italia sul palmo della mano. Che cos’è che ha fatto spiccare a tal punto il contributo del nostro Paese al fatturato globale del gruppo?
Le ragioni sono principalmente due: da una parte metto gli incentivi statali per l’ammodernamento tecnologico di cui hanno beneficiato le farmacie, da Industria 4.0 al Pnrr. Dall’altro, va riconosciuta ai farmacisti la lungimiranza di avere colto queste opportunità per aggiornare le loro farmacie. Direi che dopo due anni di pandemia, i titolari hanno capito che era arrivato il momento di innovare. Industria 4.0, tra l’altro, proseguirà anche nel 2023, per quanto con un’aliquota dimezzata rispetto all’anno passato, e Cgm resterà al loro fianco con un’offerta consulenziale e di prodotto su misura per ogni cliente.
Nel comunicato, Cgm ricorda anche il recente ingresso nell’italiana New Line Ricerche di Mercato, che – si legge – risponde all’ambizione del gruppo internazionale di «diventare uno dei principali fornitori europei di dati sanitari e intelligence di mercato». Cosa significherà, in concreto, per le farmacie italiane?
Per cominciare una premessa: di recente Cgm ha riorganizzato la filiale italiana accorpando le attività per farmacie, medici e odontoiatri in un’unica area strategica, chiamata Business area Italia. Con questo riassetto intendiamo integrare processi e soluzioni per i tre diversi mercati e in questo senso l’ingresso in New Line, così come l’acquisizione quest’estate di Insight Health in Germania, puntano all’obiettivo di proporre ai professionisti della sanità – farmacisti, medici, odontoiatri – strumenti che diano loro una vista onnicomprensiva sul paziente e li aiutino nel lavoro. L’idea, in sostanza, è di fornire soluzioni basate sui dati per l’assistenza sanitaria che valorizzino le informazioni contenute nelle cartelle cliniche e nei dossier farmaceutici dei pazienti, così come veicolare aggiornamenti e comunicazioni dalle aziende, ovviamente nel più rigoroso rispetto di tutte le normative sulla privacy. In tal senso, è previsto che tra Insight Health e New Line si stabilisca un’intensa collaborazione, che consentirà tra le altre cose di portare idee e soluzioni in Italia e in Europa.
Il comunicato di casa madre, invece, non fa cenno all’altra partecipazione in Pharmap, di cui ora siete il socio di maggioranza. Questa operazione rientra nello stesso progetto di cui sopra o risponde ad altri obiettivi?
Con Pharmap stiamo lavorando a un progetto sinergico diretto a diffondere tra le farmacie know how e competenze in tema di digitalizzazione. Ricordo per esempio il progetto Digital Pharmacy, che mira ad accompagnare i titolari nell’uso dei social e conta già 500 farmacie aderenti. In più lavoreremo per offrire i servizi di Pharmap – dall’accompagnamento sui social alle app b2c – agli altri professionisti cui si rivolge Business area Italia, ossia medici e odontoiatri.
Il tema dell’Intelligenza Artificiale si è ormai affacciato prepotentemente anche sulla sanità: Agenas sta lavorando al progetto di una piattaforma per l’assistenza primaria con moduli per la gestione delle cronicità e l’aderenza terapeutica, ChatGPT è al centro dell’attenzione. Al riguardo Cgm quale posizione ha?
Stiamo seguendo con attenzione e, ovviamente, abbiamo già lanciato alcuni strumenti e ne abbiamo altri in cantiere. Wingesfar, per esempio, dispone già oggi di un bot che risponde alle domande del farmacista e permette di ottenere assistenza h24 per 7 giorni continuativamente. Il nostro gestionale per l’odontoiatra è fornito di un algoritmo tipo Siri con il quale si possono impartire istruzioni vocali quando le mani sono impegnate sul paziente. Non dimentichiamoci poi gli importanti risultati già conseguiti dall’Intelligenza Artificiale in materia di traduttori linguistici. Ci aspettiamo ulteriori progressi già dai prossimi anni, anche se rimaniamo convinti che tutte queste applicazioni debbano essere di aiuto ai professionisti senza mai provare a sostituirli, integrandosi e rinnovando i processi esistenti.
Come assicurarsi che questo non accadrà mai?
Visto che stiamo parlando di sanità, sarà importante legare ogni avanzamento a studi clinici e protocolli condivisi. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo.