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Cosmetica in farmacia, stime aggiornate: crescita al ribasso per i tagli alla spesa delle famiglie

Mercato

La cosmetica in farmacia si avvia a chiudere il 2025 con fatturati in crescita ma non quanto avevano lasciato sperare le stime di primavera. È la (contenuta) delusione che arriva dal report con cui Cosmetica Italia, l’associazione di rappresentanza delle aziende del beauty, ha aggiornato le previsioni di mercato rilasciate a marzo nella sua consueta indagine congiunturale. Presentato mercoledì scorso, 17 settembre, in concomitanza con l’apertura della Milano Beauty Week 2025, il report rivede al ribasso le prospettive per il 2025 e propone anche le prime stime per il 2026.

Per quanto concerne l’anno in corso, le ultime valutazioni parlano di un fatturato totale per il 2025 pari a 17,4 miliardi di euro, in crescita del 5,1% sul 2024, e di un giro d’affari per il 2026 che dovrebbe aggiungere un altro 6,1%. I consumi del mercato nazionale, invece, dovrebbero chiudere a dicembre a 13,9 miliardi di euro, in crescita del 3,7% sull’anno passato (era il 5,7% nelle stime di primavera).

 

Cosmetica, le stime di crescita per canale nel 2025 e 2026

 

La farmacia è tra i format che vedono più ridimensionate le prospettive di crescita: a fine anno, dice Cosmetica Italia, il giro d’affari del canale dovrebbe incrementare sul 2024 del 3,3% anziché del 5,7%, cui dovrebbe aggiungersi nel 2026 un altro 3,8%. In contrazione ma più lieve anche le previsioni dell’e-commerce, che nel 2025 dovrebbe crescere del 9 anziché del 10% e l’anno prossimo dovrebbe registrare un aumento a doppia cifra (+11%). Resta significativa anche la progressione del canale profumeria, che nel 2025 promette di crescere del +5,8% (+6,6% nelle previsioni di marzo) e nel 2026 del +5,3%. Più consistente invece la revisione delle stime per la grande distribuzione (+2,1% anziché +4,8%) e per l’erboristeria (+2,2% anziché +5%).

Secondo il Centro Studi di Cosmetica , la ragione principale dell’aggiornamento al ribasso risiede nella contrazione della capacità di spesa delle famiglie che si è registrata nel corso dell’anno e in un crescente clima di incertezza dovuto al quadro congiunturale, che hanno frenato i consumi rispetto alle attese formulate a marzo. In particolare, hanno inciso una più spiccata propensione al risparmio da parte delle famiglie (sempre per l’incertezza di cui s’è detto) e la moderata crescita del reddito reale, con un effetto di contenimento sulle dinamiche di spesa per cosmetici, nonostante il prodotto si confermi «bene essenziale» nella quotidianità delle famiglie.

Le imprese del settore, infine, tornano a sollecitare interventi per ridurre il «sovraccarico normativo»: il rapporto segnala come le direttive Green Claims, le norme sull’Ecodesign, il regolamento sul packaging e le prescrizioni relative al trattamento delle acque reflue stiano imponendo oneri amministrativi e costi aggiuntivi che rischiano di erodere competitività. Una semplificazione regolatoria, combinata con strategie nazionali di supporto, viene indicata come leva per liberare risorse utili a investimenti, export e occupazione. «Il cosmetico» ha commentato il presidente di Cosmetica Italia, Benedetto Lavino «rimane un bene essenziale con un forte valore sociale, perché risponde a esigenze legate al benessere, all’igiene, alla cura di sé, alla prevenzione e alla protezione».

«Di sicuro stiamo vivendo un momento di diffuso pessimismo che si riflette anche sui consumi» è invece l’analisi di Luigi Corvi, presidente del Gruppo cosmetici di farmacia di Cosmetica Italia «ma i dati dicono che comunque il beauty in farmacia continua a crescere. Altri comparti del retail, non dimentichiamolo, se la stanno passando molto peggio». Di certo, superato il periodo covid gli ingressi in farmacia sono tornati a calare, un fenomeno – è il parere di Corvi – «da legare ai nuovi modelli di consumo emergenti (leggi e-commerce e home delivery), alla concorrenza di canali come parafarmacie e drugstore e infine dalla distribuzione diretta, considerato che la ricetta medica fa sempre traino». Le contromisure? «Per quanto riguarda il cosmetico, da tempo la mia opinione è che la farmacia dovrebbe essere più proattiva e legare il consiglio sul cosmetico ad altri prodotti. I dati dicono che le farmacie che lavorano in questo modo mostrano quote di merfcato nettamente maggiori delle altre».

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