In un mercato del Pet che promette di crescere a doppia cifra e dove “pure player” come Amazon e category killer come Arcaplanet stanno alzando progressivamente l’asticella della competizione, la farmacia può cogliere opportunità importanti a patto però che acquisisca una solida specializzazione. E’ il pensiero di Carmelo Lombardo, amministratore delegato di Zoetis Italia, local branch dell’omonimo gruppo internazionale (27 siti produttivi in tutto il mondo) nato cinque anni fa dallo spin off della divisione Animal health di Pfizer. Assunta soltanto da poco la regia dell’azienda, Lombardo spiega a Iqvia e Pharmacy Scanner vision e programmi del gruppo.
Dottor Lombardo, il mercato italiano del Pet risulta in costante crescita. Quali sono i piani di business dell’azienda e quali i progetti per il comparto farmacia?
Zoetis è leader nella Salute animale a livello mondiale. In Italia dunque giocheremo all’attacco, creando opportunità strategiche e distinguendoci a livello di operatività sul campo. Stiamo lavorando alacremente con il Leadership Team al fine di disseminare i valori dell’azienda e creare la “Winning Culture” distintiva di Zoetis. Il business degli animali da compagnia rappresenta uno dei motori della nostra crescita e in quest’area di business il ruolo educativo del farmacista è rilevante: la farmacia è per Zoetis un punto di contatto strategico con i clienti proprietari di animali da compagnia. Quest’anno, con l’ausilio dei dati di Iqvia, abbiamo iniziato a monitorare e analizzare le dinamiche del mercato farmaceutico veterinario in farmacia. Nel 2019 mi aspetto un maggiore focus sul farmacista e contributo un altrettanto forte alla crescita in quest’area di business.
L’anno scorso il fatturato totale del Pet ha toccato i 323 milioni di euro, cui va aggiunto l’apporto del food che da solo vale oltre 2 miliardi. A cosa è dovuta questa crescita?
Per chi è proprietario, l’animale da compagnia è ormai un componente integrante della famiglia il numero di cani e gatti è cresciuto sensibilmente e il pet owner si mostra attento alla cura e al benessere dei propri animali. E’ un trend globale che continuerà a svilupparsi e crescere e per tale ragione le offerte da parte delle aziende del settore si fanno sempre più complete e customizzate, sulla base delle esigenze specifiche degli animali e dei loro proprietari.
In questo contesto, impossibile non notare un e-commerce sempre più aggressivo e l’azione di category killer come Arcaplanet che stanno polarizzando il canale extrafarmaco. Quali sono, a suo giudizio, le prospettive della farmacia a fronte di un mercato che cresce e si fa anche più competitivo?
L’ingresso nel marcato di player internazionali hanno accresciuto la competizione; mi aspetto quindi una crescita a doppia cifra nel breve periodo per i prodotti di qualità ad alto valore aggiunto. Questo scenario può rappresentare una grande opportunità per il farmacista, che può diventare un punto di contatto fondamentale se sviluppa la propria conoscenza nel settore veterinario.
Spostiamoci adesso sul fronte animali da reddito: quali sono le sue previsioni rispetto all’arrivo, previsto per il 1 settembre 2018, della cosiddetta ricetta digitale?
È difficile fare previsioni. Credo che saranno raggiunti gli obiettivi che il ministero della Salute si è prefissato con la dematerializzazione, ossia ridurre gli errori formali e monitorare le prescrizioni. Saremo attenti alle ripercussioni sul business e disponibili nel caso ci sia la possibilità di supportare il processo di implementazione.
Restando in tema di direttive, quale sarà secondo lei l’impatto del nuovo regolamento Ue, la cui approvazione è prevista per la fine dell’anno, che consentirà la vendita online dei farmaci veterinari senza ricetta in tutta Europa?
Sono favorevole alle liberalizzazioni, che favoriscono l’accessibilità ai beni e servizi. Come accaduto con i farmaci Otc, mi aspetto un beneficio per i proprietari degli animali grazie alla diminuzione dei prezzi, che risulterà tanto maggiore quanto più numerosa sarà la diffusione di piattaforme di e-commerce. Infatti, questa circostanza stimolerà anche le farmacie a competere e i margini saranno una leva ancora più critica, sia per le aziende che per i vari attori della catena di distribuzione.