Calano gli ingressi ma aumentano valore e consistenza della spesa. E’ l’evidenza che emerge dall’analisi condotta da QuintilesIms sugli scontrini battuti dalle farmacie nella prima metà dell’anno, per individuare comportamenti e dinamiche di acquisto in relazione alle caratteristiche qualitative degli esercizi e alla loro collocazione territoriale. Tra gennaio e giugno, dicono in sintesi i dati, le persone entrate in farmacia sono l’1,4% in meno dello stesso periodo dell’anno precedente. Ma ciascuna, in media, ha speso di più (2,3%) e ha anche comprato di più (+0,5%).
Queste percentuali accomunano tutte le farmacie italiane, a prescindere dall’area Nielsen di ubicazione (Nord Ovest, Nord Est, Centro+Sardegna, Sud+Sicilia). Tuttavia le differenze più forti riguardano il Nord Ovest, che denuncia una contrazione più elevata degli scontrini e un aumento della spesa media superiore a tutte le altre aree , e il Sud+Sicilia, dove l’aumento di spesa e consumi si rivela più contenuto.
Evidenze interessanti arrivano anche da un raffronto degli scontrini battuti dalle farmacie delle sei principali città italiane – Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo e Genova – con quelli provenienti dalle farmacie del resto del Paese. Risultato, nel primo gruppo calo degli ingressi e aumento della spesa media sono più marcati, nel resto d’Italia la forbice tra i due trend si rivela meno netta.
Anche la dimensione economica delle farmacie ha il suo peso: gli esercizi più piccoli (per fatturato rispetto alla media nazionale) mostrano i cali più forti negli ingressi e gli aumenti più contenuti nella spesa media per atto di acquisto; le farmacie medie e grandi (sempre per fatturato) hanno un comportamento simile, che si riflette sull’andamento nazionale di questo fenomeno di concentrazione della spesa in farmacia in minori atti di acquisto.
Simona Tarquini
CH offering manager, QuintilesIms