Sono più di 15 milioni gli italiani che visitano siti web dedicati a salute e benessere, quasi il 45% dei 32 milioni di connazionali “connessi” stabilmente alla Rete. Il 12% cerca informazioni sulla salute a cadenza settimanale, il 20% due-tre volte al mese, il 22% una volta ogni 30 giorni, un altro 22% ogni due-tre mesi e il 24% con una frequenza ancora inferiore. E il 29% si collega usualmente da Pc, mentre il 22% da mobile (tablet o smartphone).
I dati arrivano da Gfk e forniscono informazioni preziose sul crescente spazio che il web si ritaglia nelle abitudini degli italiani: «Internet» ha spiegato Chiara Libreri, account executive della società di ricerche, intervenendo al Cosmofarma Roadshow di Arezzo (2 dicembre) «si afferma sempre più nettamente come strumento di “empowement” del singolo». Il 44% dei nostri connazionali, in particolare, afferma che quando ha bisogno di sapere qualcosa, il web è la prima risorsa dove cercare; nove anni fa erano il 27% e tre anni prima il 17%. «la Rete e il digitale diventano leve che fanno crescere la consapevolezza» ha detto ancora Libreri «strumenti di disintermediazione che accrescono l’autonomia di scelta».
Si dice internet ma in realtà dietro alla parola si nascondono modalità di fruizione e ricerca eterogenee: il 77% frequenta siti internet tematici, il 25% partecipa a forum, blog o chat, il 20% si rivolge ai social e il 16% passa da specialisti consultati online (risposte multiple).
Attenzione però: se internet si afferma sempre più nettamente come la risorsa più utilizzata per reperire autonomamente informazioni, ciò non comporta perdita di autorevolezza per i professionisti della sanità e della salute. Lo indicano chiaramente le rilevazioni di Gfk: una volta che dall’online si entra nell’offline, la rilevanza del “parere esperto” si riafferma senza esitazioni. Tant’è vero che dopo avere navigato sul web, la gran parte degli italiani verifica o approfondisce quanto raccolto con il suo medico di fiducia (58%), con un altro medico diverso dal curante (36%) oppure con il farmacista (32%). E soltanto il 13% si serve delle informazioni reperite in Rete per pretendere cambiamenti nella terapia o nei farmaci prescritti.
In questo scenario, ha concluso Libreri, la farmacia mantiene intatta la propria posizione di riferimento: nell’ultimo mese l’ha visitata almeno una volta il 37% degli italiani (il 74% negli ultimi tre mesi), il 30% sceglie il brand da acquistare nel punto vendita e un cliente su due chiede consiglio al farmacista al momento dell’acquisto. Internet non è una minaccia, è una piazza virtuale in cui la farmacia non può non esserci.