Dovrebbe completarsi per l’inizio dell’autunno il passaggio di Walgreens Boots Alliance da società quotata a gruppo privato, lo step preliminare che nei piani della società deve preparare l’acquisizione della multinazionale americana da parte del fondo di private equity Sycamore Partners. L’aggiornamento, come scrive Borsa Italiana in una news, arriva direttamente da Wba, che nei giorni scorsi ha diffuso i dati sulla chiusura del terzo trimestre 2025, chiuso a maggio.
Il consuntivo del gruppo, è la sintesi, ha registrato nel periodo ricavi per 39 miliardi di dollari (+7,2% su base annua), sostenuti dalle divisioni Us Retail Pharmacy e International. Ma a fronte di una crescita del fatturato, l’utile operativo si è dimezzato a 53 milioni (da 111 milioni nel 2024), mentre quello rettificato è sceso da 613 a 558 milioni.
Ancora più marcato il calo dell’utile per azione: l’Eps adjusted (utile per azione rettificato) è crollato a 0,38 dollari contro i 0,63 dello stesso periodo dell’anno precedente (–39,6%), mentre il Gaap (la procedura standard per la redazione dei bilanci finanziari) evidenzia una perdita di 0,20 dollari per azione (contro un utile di 0,40 dollari nel 2024). Il risultato netto trimestrale è negativo per 175 milioni di dollari, a fronte di un utile di 344 milioni un anno fa, in gran parte per l’assenza di plusvalenze straordinarie come quella registrata nel 2024 dalla vendita parziale di Cencora.
In calo anche il cash flow operativo, che si ferma a 584 milioni (604 milioni nel 2024), frenato da 252 milioni di esborsi per accordi legali legati alla crisi degli oppioidi. Migliora invece il free cash flow, che risale a 336 milioni grazie a una gestione più efficiente del capitale circolante e alla riduzione degli oneri finanziari.
Guardando ai primi nove mesi dell’anno fiscale, i ricavi si attestano a 117 miliardi di dollari (+6,3%) con una perdita netta di 3,3 miliardi (in netto miglioramento rispetto ai –5,6 miliardi dell’anno precedente). L’Eps rettificato si ferma a 1,52 dollari (–39%), mentre il free cash flow resta negativo ma in recupero: –506 milioni, oltre mezzo miliardo in più rispetto allo stesso periodo del 2024.
Come si ricorderà, l’accordo tra Wba e Sycamore per la cessione del gruppo, reso noto a marzo, prevede il pagamento in contanti di 11,45 dollari per ogni azione Walgreens, con un premio di circa l’8% rispetto alla quotazione del giorno precedente l’annuncio. Gli azionisti potrebbero ricevere fino a 3 dollari aggiuntivi per azione in base ai ricavi derivanti dalla vendita di alcuni asset nel settore delle cure primarie – tra i quali Village Medical, Summit Health e CityMD. La valutazione complessiva dell’operazione ammonta a circa 10 miliardi di dollari, che diventano 23,7 includendo debiti e possibili corrispettivi futuri. In vista dell’uscita dalla Borsa, Walgreens ha provveduto a ritirare la guidance per l’anno fiscale 2025, per operare in un contesto meno vincolato dai riflettori del mercato. «Sebbene stiamo facendo progressi nella nostra ambiziosa strategia di rilancio» ha dichiarato l’amministratore delegato Tim Wentworth «la creazione di valore richiederà tempo, concentrazione e cambiamenti che possono essere gestiti meglio come azienda privata». Sycamore, in questo contesto, rappresenta «un partner con una solida esperienza nei turnaround del retail», in grado di supportare l’evoluzione di Walgreens nel nuovo scenario competitivo.
Sycamore, infine, ha ribadito piena fiducia nel modello di farmacia su cui si fonda Walgreens, ritenendolo centrale per garantire risultati migliori ai pazienti e alle comunità. Il gruppo manterrà la sede a Chicago e continuerà a operare con i suoi 310.000 dipendenti e oltre 12.500 sedi retail tra Stati Uniti, Europa e America Latina.