Walgreens Boots Alliance, trovata l’intesa per la cessione a Sycamore. Pessina manterrà la sua quota
Dopo diverse settimane di giri di valzer, è arrivato l’accordo tra Walgreens Boots Alliance (Wba) e il fondo di private equity Sycamore Partners per la cessione dell’intero gruppo attraverso una delle più grandi operazioni di leveraged buyout (acquisizione con leva finanziaria) degli ultimi anni. Ad annunciare l’intesa, che comporterà l’uscita del colosso americano delle farmacie dalla Borsa dopo quasi 50 anni, un articolo pubblicato ieri dal Wall Street Journal: Sycamore pagherà 11,45 dollari (circa 10,50 euro) ad azione in contanti, per un valore complessivo del gruppo di circa 10 miliardi di dollari (9,2 miliardi di euro). Gli azionisti potrebbero inoltre ricevere un ulteriore pagamento fino a 3 dollari per azione a seconda dei proventi derivanti dalla vendita delle attività di “retail clinic” della società. Considerato debito e pagamenti futuri, il costo dell’operazione si aggira intorno ai 24 miliardi di dollari (circa 22 miliardi di euro). La chiusura della transazione è attesa per il quarto trimestre del 2025.
La cessione rappresenta l’epilogo di un decennio difficile per il gruppo, che conta migliaia di farmacie e un tempo dominava il retail farmaceutico negli Stati Uniti. Nel 2015 la capitalizzazione di Walgreens Boots Alliance superava i 100 miliardi di dollari, ma negli ultimi anni il valore dell’azienda è stato fortemente ridimensionato. Fondata nel 1901, Walgreens era quotata in Borsa dal 1927. «Diventare una società privata ci permetterà di essere più focalizzati, più agili e di adottare una visione di lungo periodo, considerando le sfide che continuiamo ad affrontare» ha dichiarato Tim Wentworth, ceo di Walgreens. «Questo ci darà il tempo e la possibilità di trasformare il business».
Wentworth, alla guida del gruppo da ottobre 2023, aveva già avviato un piano di rilancio che prevede la chiusura di circa 1.200 punti vendita nei prossimi tre anni. Tuttavia, il titolo ha continuato a soffrire a causa dello scetticismo degli investitori sulle prospettive di crescita di un’azienda ancora basata sul modello della farmacia retail.
Rilanciare Walgreens, osserva il Wall Street Journal, non sarà semplice. Il gruppo non è riuscito ad adattarsi ai cambiamenti del mercato, tra la crescita dell’e-commerce e il peso crescente dei Pharmacy-benefit managers (Pbm), le compagnie di brokeraggio che per conto delle assicurazioni negoziano i prezzi dei farmaci con industrie e farmacie. Mentre Amazon e altri player hanno eroso il business della vendita al dettaglio, i Pbm hanno ridotto i margini sulle prescrizioni, rendendo il settore sempre meno appetibile per gli investitori. Il taglio del dividendo storico ha ulteriormente aumentato il malcontento del mercato.
Nel 2014 il finanziere italiano Stefano Pessina aveva guidato la fusione tra Walgreens e Alliance Boots, con l’obiettivo di creare un colosso globale della farmacia. Tuttavia, la strategia è rimasta incentrata sul retail, senza riuscire a replicare il modello di Cvs Health, la seconda actena americana per numero di farmacie, che ha puntato sull’integrazione con un’assicurazione sanitaria. Anche il tentativo a seguire di metter iede nel settore delle retail clinic non ha dato i risultati sperati. Pessina, che ha lasciato la carica di ceo nel 2021 ma è rimasto presidente e maggiore azionista individuale con circa il 17% delle quote, ha accettato di reinvestire interamente la sua partecipazione nell’azienda, mantenendo un ruolo di rilievo nella nuova struttura proprietaria.
Wentworth ha avviato una revisione strategica dopo il suo insediamento e ha concluso che la farmacia retail resta il fulcro del business, ma necessita di un profondo cambiamento. In questo contesto, Sycamore rappresenta il partner ideale grazie alla sua esperienza nella gestione di ristrutturazioni nel settore retail. Walgreens continuerà a mantenere la sua sede nell’area di Chicago.
Il Wall Street Journal aveva già anticipato a metà dicembre che Sycamore era in trattative avanzate per l’acquisizione. L’operazione rientra tra le maggiori acquisizioni con leva finanziaria (leveraged buyout) a livello globale nell’ultimo decennio, in un periodo in cui tali operazioni si sono rarefatte a causa delle elevate valutazioni delle aziende quotate e degli alti tassi di interesse.