Walgreens torna a puntare sull’automazione più spinta per sgravare le sue farmacie delle incombenze più ripetitive e permettere ai farmacisti di dedicare più tempo all’assistenza clinica e alla consulenza ai pazienti. Come spiega un articolo della testata economica Cnbc, la catena ha deciso di rilanciare con forza il proprio programma di “fulfillment” (ossia spedizione delle ricette) tramite robot. Non si tratta soltanto dell’automazione del magazzino, un’evoluzione che ha già messo radici profonde anche nella farmacia italiana: i centri di micro-fullfillment raccolgono le ricette inviate dalle farmacie e, tramite robot e sistemi di intelligenza artificiale, provvedono alla preparazione centralizzata dell’ordine e al suo invio alla farmacia mittente.
È da quattro anni che Wba lavora a questo programma: nel 2023 l’espansione del progetto era stata sospesa per analizzare i primi risultati e apportare alcuni correttivi. Oggi, dopo oltre un anno di aggiornamenti tecnologici e riorganizzazione interna, il progetto riparte con ambizioni ancora maggiori. L’obiettivo è raggiungere entro fine 2025 oltre 5.000 farmacie servite (erano 4.800 a febbraio e 4.300 nell’ottobre scorso), grazie all’attuale rete di 11 centri di fullfillment che – secondo dati forniti dal gruppo – gestiscono al momento circa il 40% delle prescrizioni che arrivano nelle farmacie servite (per un totale di circa 16 milioni di confezioni al mese).
Come funziona un centro di micro-fulfillment
Gli impianti che assicurano il fullfillment dispongono di robot, nastri trasportatori e scanner, che lavorano sotto la guida di un team di farmacisti e tecnici di farmacia. Le prescrizioni trattate in questi centri sono quelle per pazienti cronici (come ipertesi o diabetici) e le ricette non urgenti: i tecnici riempiono i contenitori con i principi attivi, i robot dosano le quantità esatte nei flaconi etichettati e i farmacisti supervisionano la correttezza di ogni passaggio. Alcuni farmaci particolari, come gli inalatori o le pillole anticoncezionali, vengono confezionati manualmente. Ogni prescrizione viene poi smistata, confezionata e restituita alla farmacia per la consegna al paziente.
La sicurezza è garantita da numerosi controlli: per esempio, i moduli robotizzati si bloccano automaticamente e fanno scattare un allarme sonoro e luminoso se rilevano l’inserimento errato di un contenitore. La formazione del personale – tecnici e farmacisti – è parte integrante del sistema, con figure dedicate nei singoli centri come i training manager.
Più tempo per la cura, meno per il magazzino
Il beneficio più evidente di questa gestione centralizzata delle ricette, secondo Walgreens, è l’aumento dell’efficienza: Kayla Heffington, vicepresidente del modello operativo farmacia, spiega a Cnbc che i costi complessivi di fulfillment si sono ridotti del 13% rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo, il numero di prescrizioni evase è cresciuto del 126%, superando i 170 milioni all’anno. L’azienda punta ora a superare quota 180 milioni.
Ma è il tempo liberato per il farmacista il vero valore aggiunto. «I centri di micro-fulfillment sono la spina dorsale che ci permette di alleggerire il carico operativo delle nostre farmacie, dando ai farmacisti e ai tecnici più tempo da dedicare ai pazienti», ha dichiarato Rick Gates, chief pharmacy officer di Walgreens.
Lo conferma Brian Gange, farmacista in Arizona: «Ogni giorno entravo in farmacia con decine di prescrizioni da preparare. Ora la lista è molto più corta. Questo ci permette di essere davvero presenti per i pazienti». Gange ricorda un episodio emblematico: qualche anno fa, durante un turno frenetico, si prese cinque minuti per misurare la pressione a un paziente e lo mandò d’urgenza in ospedale. Il giorno dopo la moglie tornò a ringraziarlo: «Probabilmente gli ha salvato la vita».
La tecnologia che fa la differenza
Oltre agli aspetti organizzativi, Walgreens ha investito anche in nuovi strumenti digitali per tracciare in tempo reale ogni passaggio del processo di evasione. «Se un paziente chiama per sapere dov’è la sua prescrizione, il sistema ci consente di dargli una risposta precisa», spiega ancora Heffington.
L’azienda sta lavorando anche ad altri miglioramenti, come la riduzione del formato dei flaconi per contenere i costi di trasporto e incrementare il numero di ricette per spedizione. Tra le opzioni future c’è la possibilità di inviare l’ordine direttamente al domicilio del paziente, eliminando del tutto il passaggio dal punto vendita.
Il modello, tuttavia, non è privo di rischi: l’elevata automazione rende il sistema vulnerabile a errori tecnici, e non mancano le segnalazioni di disservizi. Come riportato da Wral News, alcuni pazienti in North Carolina lamentano ritardi o confezioni incomplete. Walgreens riconosce che ci sono ancora margini di miglioramento ma – a quanto pare – per la catena la strada è già tracciata.