Trimestre anti-inflazione. Pasticcio sulle adesioni delle farmacie. I consumatori: monitoreremo prezzi

Filiera

Partenza da motrice diesel – cioè lenta – per il Trimestre anti-inflazione, la campagna di sconti e prezzi promossa dal ministero delle Imprese e del made in Italy per tutelare consumatori e famiglie: la “pubblicità progresso” finanziata dalla presidenza del Consiglio dei ministri che doveva reclamizzare l’iniziativa ancora non s’è vista e soltanto da pochi giorni hanno cominciato a comparire sugli scaffali di super e ipermercati i cartellini con il simbolo del carrello tricolore che evidenziano le offerte legate alla campagna. Il ministro Urso, in un’intervista a Radio24, aveva parlato di «fase di rodaggio» dovuta al posticipo della scadenza fissata per le adesioni, che in origine era stata fissata al 27 settembre e poi è slittata prima al 3 e poi al 6 ottobre. Grazie al rinvio, sono così saliti a oltre 26mila i punti vendita che hanno espresso la volontà di partecipare alla campagna, mentre le farmacie – secondo quando riferiscono Federfarma per le private e Assofarm per le pubbliche – sarebbero aumentate rispettivamente a 6mila e a 740. Con l’aggiunta di qualche altro gruppo, come Neo Apotek e Mia Farmacia.

Sui numeri relativi agli esercizi farmaceutici, tuttavia, si è aperto un piccolo giallo: secondo alcune segnalazioni, infatti, sembrerebbe che non tutte le farmacie che hanno comunicato la loro volontà di aderire al Trimestre anti-inflazione risultino negli elenchi provinciali redatti dal Mimit; il caso più eclatante riguarda la Basilicata: la lista ministeriale (aggiornata al 4 ottobre) riporta per la provincia di Matera soltanto 14 partecipanti tra le farmacie affiliate a Federfarma e addirittura zero a Potenza. E invece, riferiscono a Pharmacy Scanner fonti locali del sindacato titolari, al Mimit era stato inviato un elenco che comprendeva una sessantina di partecipanti.

A quanto pare, risultano casi di farmacie “desaparecide” dagli elenchi del Ministero anche in altre province (Milano, per esempio) e se è vero che per rimettere le cose a posto basterà un aggiornamento degli elenchi (forse già da domani, visto che venerdì è scaduta l’ultima proroga per le adesioni) è altrettanto vero che il “pasticcio” basta a far capire cosa intendesse il ministro Urso quando parlava di fase di rodaggio.

 

Sono circa seimila le farmacie che, al momento, partecipano al Trimestre anti-inflazione del Mimit, il ministero delle Imprese e del made in Italy. Nella maggior parte dei casi l’impegno consisterà nel congelamento dei prezzi su cura persona infanzia sino alla fine dell’anno, ma è giusto dire che tutto sommato questo è ciò che il canale della croce verde starebbe già facendo da parecchi mesi. Così almeno suggerisce l’analisi di New Line Ricerche di Mercato, ch eha messo a confronto l’andamento dei prezzi del panienre Istat con quello dell’area commerciale della farmacia. Risultato, a parte una breve impennata tra la fine del 2022 e l’inizio dell’anno successivo, i prezzi sono rimasti nel canale sostanzialmente stabili e nettamente sotto l’indice Istat dei prezzi al consumo.

 

Il rischio però è che questi inciampi raffreddino l’attesa delle famiglie: all’apertura della campagna, come ha riferito la stampa nazionale in numerosi resoconti, in supermercati e negozi (farmacie comprese) c’è stata una vera caccia alle offerte evidenziate dal carrello tricolore, ma soltanto pochissimi punti vendita si erano già organizzati con cartelli e prezzi. Ora le insegne si sono organizzate ma in molti store le promozioni proposte sotto l’egida del trimestre si sono aggiunte a quelle già predisposte dalle centrali e così si registra spesso una sovrapposizione di annunci e bollini che rischia di disorientare chi compra.

Potrebbe spiazzare anche l’eterogeneità delle iniziative commerciali: per evitare stop dell’antitrust, la campagna del Mimit lascia i punti vendita liberi di definire le loro proposte, e così ogni insegna – soprattutto nel Largo consumo – ha definito le sue proposte: c’è chi ha optato per sconti sui prezzi del 15, 20, 30, 40 e anche 50%, evidenziati a scaffale sia con l’ammontare dello sconto sia come offerte; altri hanno ampliato i panieri contro il carovita che già proponevano (come Bassi & Fissi di Conad e Spesa Difesa di Selex) piuttosto che carrelli a prezzi vantaggiosi; altri ancora propongono sconti sulle linee a marchio, sia nella fascia primo prezzo sia in quella mainstream; qualche insegna propone una selezione di prodotti a prezzo bloccato e/o scontati, magari soltanto ai possessori della carta fedeltà o ai soci; infine, ci sono le offerte che coinvolgono soltanto le marche dell’industria.

E le farmacie? Anche in questo caso, le scelte divergono da un network all’altro. Bennu-Lloyds Farmacia, per esempio, ha selezionato un paniere di 140 prodotti (a marchio e non) sui quali garantirà sino a fine anno prezzi ridotti e/o bloccati (in alcuni casi ai soli possessori della carta fedeltà). Mia Farmacia, il network di Farmacentro, partecipa invece con una campagna dal titolo “Stoppa l’inflazine”, cui gli esercizi affiliati partecipano su base volontaria: i prodotti coinvolti, che non varieranno di prezzo sino a fine anno, sono evidenziati a volantino e mediante “stopper” a scaffale che riportano il pay off dell’iniziativa.

Intanto si mobilitano per l’iniziativa anche le associazioni dei consumatori, che la campagna del Ministero aveva lasciato fuori: 15 tra le organizzazioni di maggiore rilevanza hanno annunciato in una nota congiunta che monitoreranno l’efficacia dell’iniziativa sia attraverso verifiche sul territorio, sia raccogliendo le eventuali segnalazioni dei cittadini, che potranno rivolgersi ai loro sportelli per riportare incongruenze o criticità. Ne scaturirà un report periodico che le associazioni inviato direttamente a Mr Prezzi, ossia il Garante per la sorveglianza dei prezzi.

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