Telecardiologia: i numeri crescono, le statistiche invitano a fare attenzione a provider e protocolli

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La telecardiologia è una delle prestazioni della Famacia dei Servizi che partendo già da numeri significativi (per Federfarma, nel 2024 sono stati effettuati oltre 574.mila ech, 192mila holter Cardiaci e 108mila holter pressori) sembra promettere un’interessante crescita dei volumi. Se non altro perché continua ad allargarsi il novero delle Regioni che ne autorizzano la rimborsabilità a carico del Ssn: l’ultima in ordine di tempo il Lazio, con una delibera approvata il 19 giugno scorso. La mappa presenta ancora parecchi buchi, ma il progressivo allargamento delle sperimentazioni è evidente:

· Lombardia: dal giugno 2024, prestazioni gratuite per pazienti con esenzione per patologie cardiovascolari, su ricetta bianca.

· Piemonte: dal maggio 2024, fino a tre prestazioni gratuite l’anno per cittadini a rischio cardiovascolare, senza ricetta, previa valutazione in farmacia.

· Veneto: sperimentazione attiva dal 2024, con prestazioni gratuite su ricetta bianca ma limitate a una per tipo.

· Puglia: progetto di telemedicina appena avviato, già oltre 10.000 prestazioni effettuate in un mese e mezzo.

· Liguria: dal luglio 2023, teleprestazioni rimborsate su prescrizione medica.

· Calabria e Marche: ecg gratuito in fase sperimentale.

· Altre Regioni: iniziative in partenza ma mancano ancora protocolli ufficiali o tariffe definite.

L’ecg con refertazione in telemedicina, proposto da diverse farmacie in regime privato (out of pocket) ormai da diversi anni, sta dimostrando un impatto significativo sulla diagnosi precoce degli infarti, soprattutto nelle aree dove la copertura sanitaria è limitata. Sono sempre più numerosi, infatti, i casi di infarto intercettati in farmacia tramite ecg e refertazione a distanza:

· Quarrata (Pistoia), gennaio 2024: donna di 46 anni con dolori notturni al torace; l’ecg in farmacia ha rilevato un infarto in corso.

· Ascoli Piceno, marzo 2018: donna di 79 anni con sintomi lievi; l’ecg ha rivelato un infarto culminante. Intervento tempestivo grazie al 118.

· Calabria, settembre 2023: cinque casi di patologie cardiache gravi (inclusi infarti e aritmie ventricolari) rilevati in farmacie della provincia di Catanzaro.

· Montegranaro (Fermo), febbraio 2025: uomo di 60 anni con sintomi lievi; l’ecg in farmacia ha identificato un infarto. Ricovero e intervento d’urgenza.

· Osteria Nuova (Roma), gennaio 2025: anomalia rilevata durante un controllo di routine; conferma di infarto e ricovero urgente.

· Quarrata (Pistoia), fine 2023 – inizio 2024: altra donna di 46 anni diagnosticata in farmacia per infarto e trasportata d’urgenza.

· Brendola (Vicenza), data recente: donna di 47 anni con occlusione coronarica identificata da ecg; ricovero intensivo immediato.

· Mola di Bari, gennaio 2024: donna con dolori notturni salvata grazie all’intervento rapido dopo l’ecg in farmacia.

Di recente Federfarma ha pubblicato un report che aggiunge nuovi dati, frutto delle rilevazioni provenienti da tutti i provider con cui collaborano le farmacie associate: nel 2024, in sintesi, gli esercizi iscritti al sindacato che offrono servizi di telecardiologia sono oltre 11.300 e la media è di un’ecg alla settimana, 0,3 holter cardiaci e 0,2 holter pressori. Quanto agli effetti sulla prevenzione, nel complesso sono state individuate 116mila anomalie (poco meno del 13% di quelle 900mila prestazioni conteggiate da Federfarma per il 2024) e cinquemila casi gravi (0,5%).

Purtroppo, accanto ai casi con esito positivo cominciano (inevitabilmente visto i numeri in gioco) a verificarsi anche casi con esito infausto, ossia pazienti che si recano in farmacia con infarto in atto e, purtroppo, non sopravvivono. Via via che le numeriche cresceranno, le farmacie dovranno abituarsi ad affrontare emergenze alle quali non sono oggi abituate: si pensi per esempio al caso di San Fermo della Battaglia, dove il farmacista, dopo aver rilevato un infarto in atto, si è trovato a dover praticare un massaggio cardiaco e poi usare un defibrillatore. Le statistiche ci fanno ritenere che non accadrà poi così raramente.

Attualmente, la letteratura scientifica sugli esami cardiologici effettuati in farmacia si concentra prevalentemente sulla fibrillazione atriale, con dati abbastanza rilevanti (i casi sono parecchi). Gli studi sulla diagnosi tempestiva di infarto/ischemia via ecg sono in prevalenza report locali piuttosto che trial clinici veri e propri, tuttavia qualche numero è possibile rilevarlo. Da Cardio on Line, per esempio, arrivano questi dati:

Prestazioni Ecg: 252.581 Holter: 93.640 (64% cardiaci)
– di cui normali 70,2% 56,1%
– patologie minori 27,6% 33,6%
– patologie gravi 2,2% 10,3%

Da questi numeri si evince senza grossa difficoltà che le farmacie con un consistente output di teleprestazioni (holter ed ecg) prima o poi si troveranno ad affrontare una situazione di emergenza vera. Diventa allora una saggia cautela sincerarsi che il provider cui ci si è rivolti per assicurare il servizio garantisca capacità di refertazione veloce, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, e servizi a distanza altrettanto celeri.

Selezionare con cura il fornitore però non basta, con i numeri che continuano a crescere diventa sempre più importante che la farmacia dedichi la giusta attenzione alla preparazione del team e all’elaborazione di protocolli comportamentali standardizzati. Al Master in Pharmacy Management che dirigo per la Scuola di amministrazione aziendale di Torino, dove i servizi sono uno dei temi chiave, capita spesso di ascoltare farmacisti che nella medesima situazione adottano comportamenti difformi: alla domanda “come vi comportereste in caso di un’ecg dall’esito critico”, per esempio, c’è chi risponde dicendo che lui farebbe soltanto quello che gli dice il paziente, chi ritiene che il referto vada consegnato in busta chiusa e quindi a lui l’esito non è noto e chi afferma che per prima cosa avvertirebbe i familiari. In sostanza, da parte di tutti i farmacisti c’è senz’altro tanta buona volontà, ma mancano comportamenti standardizzati e soprattutto scarseggia il supporto di fornitori, istituzioni e organizzazioni di categoria.

Emblematico in tal senso la testimonianza che arriva da AkoDoc, un altro provider di servizi di telemedicina per le farmacie: la sua centrale di refertazione segnala un caso critico, avverte la farmacia perché ricontatti il paziente ma – sorpresa – il farmacista non aveva annotato il telefono del soggetto che quindi risulta irraggiungibile. Per fortuna l’episodio ha avuto un lieto fine, ma c’è mancato poco.

Se l’esperienza sul campo dimostra con una casistica sempre più numerosa che la telecardiologia in farmacia può identificare condizioni patologiche severe in persone asintomatiche o pauci-sintomatiche, soprattutto in aree dove scarseggia la presenza di altri presidi sanitari, è altrettanto vero che i farmacisti titolari che vogliono offrire questi servizi devono scegliere con cura i loro partner, formare il proprio personale e dotarlo di protocolli che diano indicazioni comportamentali uniformi per gestire le criticità che inevitabilmente si verificheranno. È solo una questione di statistica.

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