Skin ADV

Tavaniello: catene e titolari “strana coppia” in Federfarma? No, la vediamo allo stesso modo

Filiera

Dalla distribuzione diretta ai servizi, dalla nuova remunerazione all’e-commerce passando per l’home delivery. Su questi e molti altri dei temi del momento, il punto di vista delle catene è esattamente lo stesso dei farmacisti titolari. Lo assicura il co-ceo di Hippocrates Holding Davide Tavaniello, rappresentante delle società del capitale nel consiglio di presidenza di Federfarma, che a Pharmacy Scanner anticipa i leitmotiv del nuovo “bipolarismo” che si apre nel sindacato unico delle farmacie private con l’ingresso delle catene.

Tavaniello, da una parte i farmacisti titolari e dall’altra le società del capitale, entrambi in Federfarma: quanto durerà questa “strana coppia”? I motivi che vi tengono uniti sono più di quelli che potrebbero dividervi?
Assolutamente sì. Su tutte le questioni che oggi sono sul tavolo – distribuzione diretta e dpc, farmacia dei servizi, remunerazione, pianta organica, home delivery e online – condividiamo lo stesso punto di vista, abbiamo la stessa idea di una farmacia che svolge il ruolo fondamentale di presidio territoriale della salute, un servizio pubblico a supporto della comunità cui appartiene.

In passato Federfarma aveva tentato diverse volte di correggere la norma che fissa un tetto regionale al numero di farmacie cui può ambire una catena…
Con l’ingresso delle società di capitale nel sindacato, riterrei che quel tema sia stato definitivamente superato.

D’accordo su tutto, anche sull’home delivery?
Condividiamo la preoccupazione dei farmacisti titolari che serva maggiore chiarezza sulle regole, allo scopo di impedire che dietro alla consegna a domicilio si nascondano forme improprie di vendita a distanza.

Al tavolo sull’e-commerce in corso al Ministero, Federfarma ha chiesto che i siti online la cui autorizzazione fa capo a una parafarmacia fisica non usino nomi che richiamano la farmacia. Qualche catena attualmente lo fa…
Sulla questione ci stiamo confrontando, ma non lo considero assolutamente un tema divisivo. L’utilità che deriva dal fatto di avere aperto il sindacato alle società del capitale sta proprio nella possibilità di discutere e mettere sul tavolo le rispettive ragioni.

A proposito di temi messi sul tavolo: tra le vostre richieste c’è ai primi posti quella che il sindacato definisca per le società del capitale tariffe di adesione commisurate alla loro specificità; il vostro ragionamento, in sostanza, è che non si può chiedere a una catena cui fanno capo più farmacie di pagare tante quote individuali quante sono le sue filiali…
Anche questa è una riflessione che abbiamo aperto con il presidente Cossolo, che ci ha dato la sua attenzione, e soprattutto con alcune rappresentanze provinciali, considerato che Federfarma è una federazione di associazioni territoriali. Ne stiamo parlando, siamo fiduciosi, ma come detto non è questa la ragione per cui abbiamo deciso di entrare in Federfarma: l’abiamo fatto, piuttosto, per fornire il nostro contributo allo sviluppo della farmacia italiana, unico vero presidio sanitario territoriale che riteniamo sarà sempre più strategico per il nostro paese in ottica prospettica. Ribadisco: sono davvero tanti i temi sui quali farmacie indipendenti e farmacie del capitale la vedono assolutamente nello stesso modo».

Altri articoli sullo stesso tema