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Tamponi arma di distrazione di cassa, arriva la ricerca che lo conferma

Filiera

I tamponi antigenici? Alle farmacie che li proponevano hanno prima dato e poi tolto: a novembre hanno soffiato sugli acquisti di prodotti per raffreddore e influenza, a dicembre invece hanno dirottato clientela e vendite negli esercizi che non offrivano il servizio. L’indicazione arriva dall’indagine con cui New Line Ricerche di Mercato ha misurato gli effetti su traffico e vendite della sempre più impegnativa campagna di “contact tracing” in cui le farmacie sono state coinvolte nell’ultimo trimestre del 2021: 8,7 milioni di tamponi a ottobre, più di 11 a novembre, 14,6 milioni a dicembre.

L’analisi ha considerato le vendite realizzate negli ultimi due mesi dell’anno da 11mila farmacie, dalle quali sono stati estratti due campioni: il primo costituito dagli esercizi che tra novembre e dicembre hanno proposto il servizio (circa il 54% del totale) e il secondo da esercizi che invece si sono limitati all’attività ordinaria. I due gruppi sono stati quindi segmentati per dimensione del fatturato e, quindi, messi a confronto. E i risultati, vale la pena metterlo subito in rilievo, confermano i timori che una parte della filiera aveva già esternato in quell’articolo di Pharmacy Scanner dove si avvertiva dei rischi di trasformare gli antigenici in «armi di distrazione di cassa».

A novembre, è il responso che arriva dalla ricerca, il pericolo non solo non si è concretizzato ma anzi, le farmacie dov’era disponibile il servizio hanno realizzato vendite più alte nei due panieri stagionali dei prodotti contro il raffreddore (+3,5% rispetto alle farmacie che non facevano tamponi) e contro l’influenza (+1,1%). Il differenziale tra i due gruppi avvantaggia ancora le prime nei consumi di otc (+0,7%), quasi si azzera nel confronto tra gli scontrini con ricetta (+0,2%) e infine diventa negativo – a vantaggio dunque delle farmacie “no tamponi” – nel farmaco etico (-0,3%) così come nella cosmetica (-2,6% vedi sotto).

 

Farmacie “tamponi sì” vs. farmacie “tamponi no” (vendite in volumi)

(Farmacie molto grandi, farmacie grandi, farmacie medie e piccole farmacie)

 

A dicembre, con le farmacie che proponevano i test rapidi prese d’assalto, l’ago della bilancia si sposta nettamente dalla parte del gruppo “tamponi no”. Gli esercizi che propongono gli antigenici, infatti, mostrano vendite nettamente inferiori in tutte le voci: scontrini con ricetta -3,3%, etici -2,7%, otc -3,7%, cosmetica -4,1%, panieri influenza e raffreddore -8,3 e -7,2% rispettivamente. In sostanza, quello che hanno regalato a novembre gli antigenici se lo riprendono a dicembre con gli interessi. Le farmacie meno affollate e più accessibili, in sostanza, hanno tolto traffico alle farmacie intasate di “tamponandi”.

 

Farmacie “sì tamponi” vs. “no tamponi”: confronto per dimensioni

 

Se il raffronto tra i due campioni avviene anche per dimensioni di fatturato, tuttavia, le cose cambiano. Tra i piccoli esercizi (fatturato medio 2021 non oltre i 774mila euro) quelli che a novembre e dicembre hanno effettuato tamponi a ritmo elevato – più di 1.500 al mese – mostrano vendite nettamente superiori al campione “no tamponi” dello stesso cluster, a novembre così come a dicembre. Anche le farmacie “molto grandi” (3,5 milioni di euro) se la cavano meglio della media. «Lo spazio disponibile è certamente una delle variabili più significative» osserva la ricerca «le farmacie molto grandi, sia che abbiano realizzato un numero di tamponi superiore alla media sia che ne abbiano effettuati di meno, hanno potuto capitalizzare efficacemente il maggior traffico, con risultati sempre migliori in tutte le categorie». Chi invece fa peggio sono le farmacie medie (1.371.000 euro), che a dicembre perdono sugli esercizi “no tamponi” in tutti i cluster, e anche pesantemente.

Completa il quadro un’ultima analisi, per la quale i ricercatori di New Line hanno analizzato l’andamento delle vendite nelle farmacie “no tamponi” ubicate in comuni dove sono presenti fino cinque esercizi farmaceutici dei quali un paio “sì tamponi”. Risultato, le farmacie che non hanno offerto il servizio hanno beneficiato dello spostamento di traffico generato da code e spazi sacrificati, «soprattutto a dicembre quando la domanda è stata travolgente». Viene da chiedersi che cosa sia accaduto a gennaio, quando i tamponi erogati in tutto il Paese hanno sfiorato quota 20 milioni.

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