Al netto degli effetti monetari, le vendite del gruppo Stada toccano nel 2022 i 3,80 miliardi di euro, in crescita dell’11% sull’anno precedente, mentre l’ebitda raggiunge gli 875 milioni (+17%). Dal 2017, recita una nota, Stada ha più che raddoppiato il suo ebitda rettificato, per un tasso di crescita annuale composto (Cagr) delle vendite pari all’11%. Il gruppo ha inoltre diversificato il proprio portafoglio prodotti, tanto che la Consumer Healthcare è ora la sua più grande unità di business per vendite, e le Specialty rappresentano un quinto del fatturato.
«Nonostante il difficile contesto geopolitico ed economico» commenta il ceo di Stada, Peter Goldschmidt «proseguiamo nel percorso di crescita e attraverso i nostri tre business strategici – Consumer Healthcare, Generics e Specialty – estendiamo la nostra offerta a pazienti e operatori sanitari attraverso lanci ed estensioni di linea».
Nel 2022 Stada ha prodotto circa 1,2 miliardi di confezioni per un totale di 25mila referenze o Sku (stock-keeping units) in circa 120 Paesi. Il margine lordo è migliorato di 1,2 punti percentuali arrivando al 48,7%. Con 20 stabilimenti di produzione situati in Europa, Eurasia e Asia, integrati da una rete di 16.700 fornitori e partner di fiducia in tutto il mondo, il Gruppo beneficia di una catena di fornitura diversificata e sostenibile.
La Consumer Healthcare, oggi la più grande business unit di Stada, ha totalizzato nell’anno passato 1,62 miliardi di euro di vendite rettificate (+17%), che rappresentano il 43% del fatturato del Gruppo. Cresce invece del 6% il business dei Farmaci equivalenti, le cui vendite arrivano a 1,44 miliardi di euro, pari al 38% delle vendite totali del gruppo. Ha tenuto il passo anche il segmento Specialty, con vendite rettificate per 741 milioni (il 19% delle vendite totali) in crescita dell’11% sul 2021. All’interno delle Specialty, il contributo finanziario dei farmaci biosimilari è aumentato grazie a lanci progressivi durante l’anno. Nel 2022, in particolare, è stata ottenuta l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’Ue di adalimumab, il primo biosimilare commercializzato attraverso una partnership strategica con Alvotech.