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Specializzazione e digitalizzazione, la strategia 2021 delle farmacie Unifarco

Filiera

Barra avanti tutta su specializzazione e digitalizzazione, con l’obiettivo di riportare in farmacia le persone che covid ha tenuto a casa e farne entrare di nuove. E’ la strategia per l’anno a venire di Farmacie Specializzate, che ne ha presentato i punti chiave all’assemblea dei soci riunita sabato scorso (28 novembre) in videoconferenza. Anche se nell’emergenza le farmacie si sono dimostrate resilienti, ha ricordato Luigi Corvi, amministratore del network e vicepresidente di Unifarco, la pandemia ha comunque lasciato il segno: nei 12 mesi che vanno da ottobre 2019 a settembre 2020, il fatturato medio delle farmacie della rete è calato del 2,4% (per attestarsi a 1,76 milioni di euro), gli ingressi sono scesi del 7,6% e il comparto commerciale ha perso l’1,4% (dati New Line).

In controtendenza i prodotti a marchio Unifarco, che nelle 620 Farmacie Specializzate della rete crescono del 2,4% a sell-in. Stesso trend sul totale Italia: nei primi 10 mesi dell’anno la cosmesi in farmacia perde il 5,3%, nelle sue cinquemila farmacie clienti invece Unifarco cresce del 5%; il comparto integratori cala dell’1,1%, i prodotti dell’azienda bellunese fanno +5,8%. E così, nel periodo gennaio-ottobre il fatturato consolidato del gruppo supera i 96 milioni di euro per un incremento del 4,4% sul 2019.

I dati, ha continuato Corvi, dimostrano che la rete Farmacie Specializzate è resiliente, ma vanno comunque messe in campo risposte che invertano la crisi degli ingressi e la compressione dei fatturati. «Il futuro è delle farmacie organizzate» ha osservato Corvi «e per essere organizzati servono digitalizzazione e specializzazione. E anche una delega più forte: il farmacista titolare deve rivolgere la propria attenzione a quanto accade all’interno della farmacia – al cliente, al proprio team – il resto lo faccia fare a noi». E scatta anche lo stop alle “doppie casacche”: chi fa parte della rete non potrà più figurare in altri network.

Per quanto concerne la specializzazione, la strategia per l’anno venturo prevede una formazione concentrata su quattro aree cardinali: detox (il 20% circa della spesa per farmaci riguarda prodotti per l’apparato gastrointestinale, è stato ricordato ai soci), ageing (gli italiani spendono oltre 10 miliardi l’anno per la cura del sé), cardio (quasi il 20% della spesa farmaceutica riguarda l’area cardiometabolica) e dermo (il primo motivo per cui ci si rivolge al medico di famiglia riguarda malattie o problemi della pelle). «Non proporremo una formazione imperniata soltanto sui prodotti» ha detto Gianni Baratto, direttore scientifico di Unifarco «parleremo anche di protocolli di consiglio e di metodologie di approccio». Ogni corso – accreditato Ecm – si articolerà su un numero variabile di sessioni (sei per il detox, quattro per il cardio) e ogni sessione contemplerà due ore di workshop e due di laboratorio.

L’obiettivo della digitalizzazione, come ha spiegato Stefano Marconi, coordinatore della rete, sarà invece quello di accrescere la presenza online delle Farmacie Specializzate. Si lavorerà quindi sull’aggiornamento (con corsi base e avanzati per padroneggiare social e piattaforme digitali come Facebook, Instagram e Google My Business), ma è anche pronta una nuova “panoplia” di strumenti diretti al cliente omnichannel. Da un mese abbondante c’è l’app di Farmacie Specializzate, che permette di prenotare i prodotti, richiedere la consegna a domicilio, geolocalizzare gli esercizi del circuito e tanto altro ancora (l’hanno già attivata più di 5mila clienti e ha aderito il 78% delle farmacie del network). Poi ci sono Farmashipping, il servizio di home delivery prenotabile dall’app, e la carta fedeltà Loyaltyou, anch’essa integrata nell’app, compatibile con tutti i gestionali della farmacia e collegata a una piattaforma per la proflazione del cliente che permette analisi sofisticate dei comportamenti d’acquisto e non acquisto, misurazione delle performance eccetera.

«E’ in atto una trasformazione che ci impone di cambiare» ha concluso Corvi «il passato non ritornerà e quindi urgono scelte di campo. Ci sono grandi gruppi della sanità privata che hanno già cominciato a proorre app per teleconsulti, prenotazioni di visite ed esami e televisite. Investire nel digitale è ormai una necessità».

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