Il 58% degli americani ritiene probabile che in futuro si rivolgerà a una farmacia per richiedere prestazioni sanitarie che non siano urgenti. E condividono la stessa previsione più di un giovane su due della Generazione Z (nati dalla fine degli anni ’90) e dei millennials (inizio anni Ottanta) con il 56% e 54% rispettivamente. A rivelarlo un sondaggio tra i consumatori Usa commissionato da Wolters Kluwer e condotto online su un campione di mille individui dai 18 anni in su, rappresentativo della popolazione Usa. Benché riferiti alla realtà americana, i risultati meritano una lettura attenta anche dalle nostre parti, perché laggiù così come nel nostro Paese la farmacia guarda ai servizi sanitari per intercettare una domanda di salute in progressiva evoluzione.
L’indagine, in particolare, ha il merito di mettere a fuoco i fattori sociali che guidano il cambiamento: i consumatori statunitensi, in sostanza, mostrano crecente fiucia per i fornitori di prestazioni «non tradiziionali», con le generazioni più giovani attratte soprattutto dalla “convenience”, ossia da comodità e convenienza. «L’epoca in cui i pazienti ricevevano tutte le cure mediche in un ospedale o in un ambulatorio medico» è la constatazione di Wolters Kluwer «stanno svanendo». In un certo senso, siamo al paradosso: la farmacia, che sul farmaco teme di essere progressivamente “disintermediata” da online e canali alternativi, con i servizi diventa a sua volta “disintermediatrice” di cure primarie e ospedaliere.
Al di là delle possibili letture, il sondaggio rivela che tra i consumatori cresce la domanda di opzioni terapeutiche comode e a prezzi accessibili, ragion per cui si aspettano che medici e farmacisti li informino e li orientino, così come si aspettano di beneficiare di servizi come home delivery e ordini a distanza, anche se con qualche preoccupazione (vedi sotto).
Wolters Kluwer: un americano su due apprezza la farmacia dei servizi
Consumatori che probabilmente si rivolgeranno a una farmacia locale come primo accesso per problemi di salute non urgenti.
Consumatori per i quali in caso di bisogno non urgente la comodità è più importante delle referenze.
Consumatori che vorrebbero ricevere da farmacisti e medici informazioni sui farmaci generici.
Consumatori preoccupati per la manomissione o il furto di farmaci inviati posta o delivery.
I consumatori americani, osserva Wolters Kluwer, fanno fatica a stare dietro ai costi di ricette e trattamenti e in aggiunta gli studi medici hanno fatto il loro tempo. Con le dovute differenze, i due fenomeni trovano corrispondenze con la realtà di casa nostra, dove i medici di famiglia in attività sono sempre di meno e la spesa sanitaria (e farmaceutica) privata è in costante ascesa. A questo stato di cose, gli americani rispondono cercando alternative smart, come il recapito a domicilio dei farmaci o fornitori di cure e prestazione alternativi alle strutture tradizionali. «Lo fanno» dice la ricerca «perché cresce la fiducia verso nuovi erogatori e i dati suggeriscono che questo cambiamento dell’ecosistema sanitario cambierà gli approcci alle cure primarie».
Le farmacie, così, si candidano a diventare la prima linea per le cure che non hanno carattere di urgenza-emergenza: l’81% degli intervistati afferma di fidarsi di un farmacista, di un infermiere o di un
infermiere professionista per diagnosticare malattie minori e prescrivere farmaci per il loro trattamento. Nell’ultimo anno più della metà della “Gen Zeta” e dei millennial si è recata in una farmacia vicino a casa per usufruire di un servizio medico, rispetto al 40% della Generazione X e al 35% dei “Boomer”. Ancora, dice il sondaggio, il 79% degli americani si fida della sua farmacia per avere assistenza sanitaria più delle retail clinic (le cliniche ubicate nei grandi magazzini) e l’80% dice che probabilmente non si rivolgerà mai alle farmacie dei centri commerciali.
L’86% degli americani, poi, prefersice il farmaci generici quando fa risparmiare davvero e il 92% ritiene che il proprio medico e farmacista dovrebbero informarlo delle alternative. Oltre un terzo (36%) ha recentemente parlato con il proprio farmacista della possibilità di acquistare farmaci o altri prodotti alternativi. Infine, il 67% preferisce ricevere i farmaci prescritti per posta o con servizi come Amazon Pharmacy se questo significa comodità o risparmio, ma più della metà (54%) dice di essere preoccupato da alterazione o manomissione delle confezioni e il 54% teme interazioni impreviste tra i farmaci ricevuti via corriere.