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Servizi, nel post covid cresce l’attenzione per la prevenzione con esami e check up regolari

Filiera

La pandemia ha riscritto il significato che gli italiani attribuiscono alla frase “sentirsi in salute”, nella quale oggi assumono rilevanza nettamente maggiore comportamenti improntati alla prevenzione e alla diagnosi. Che si concretizzano innanzitutto in una sempre più diffusa abitudine a effettuare con regolarità esami e check up, per tenere sotto controllo i principali parametri clinici. Arrivano evidenze senz’altro utili alla farmacia dei servizi dalla survey che Swg ha condotto per Egualia con l’obiettivo di esplorare comportamenti e tendenze degli italiani in materia di cure e farmaci. Realizzata mediante interviste effettuate tra la fine di aprile e l’inizio di maggio su un campione rappresentativo di 2.500 over 18, l’indagine rivela che il covid ha accelerato o mutato molti dei comportamenti che contraddistinguono gli italiani a proposito di salute.

 

Tra gli italiani cresce la valenza “funzionale” del sentirsi in salute

 

Per cominciare, cresce nettamente (+3% in tre anni) la quota di coloro che considerano la mancanza di salute in primo luogo «una complicazione, perché non consente di fare tutto quello che si vorrebbe»: erano il 34% nel 2021, sono il 37% oggi ma salgono addirittura al 42% tra i 25-34enni, dove evidentemente la possibilità di condurre una vita attiva riceve maggiore considerazione. È una chiave di lettura, quest’ultima, che sembra essere confermata anche da un’altra evidenza: se nel complesso soltanto il 15% del campione dice che la mancanza di salute è «motivo di irritazione, perché voglio essere sempre al 100%», questa quota sale al 22% nella fascia 18-24enni e 35-44enni e arriva al 28% nella categoria “rejector”, ossia coloro che tendono a curarsi senza farmaci. In sostanza, «i piccoli malesseri vengono percepiti principalmente come una complicazione alle attività quotidiane, mentre cala la preoccupazione verso patologie più gravi».

 

Esami e check up, aumenta la quota di coloro che li fanno con regolarità

 

Oltre un terzo degli italiani, inoltre, dichiara di sentirsi in ottima forma, anche se nel post-covid oltre tre connazionali su cinque lamentano stanchezza e affaticamento. Ma soprattutto, cresce la percentuale di coloro che considerano esami diagnostici e check up lo strumento principale per monitorare la salute: dice di fare regolarmente esami diagnostici standard il 52% degli intervistati (tre anni fa erano il 50%) ma tra gli over 64 la quota sale al 61%, tra i 55-64enni tocca il 59% e tra i residenti nel centro Italia arriva al 57%. Sale anche, ma più lentamente, la fetta di coloro che dichiara di sottoporsi periodicamente a check up prescritti dal medico (il 33%, che aumenta sino al 41% tra gli over 64), e coloro che monitorano il proprio stato di salute con un’app (sono l’8%, tra tra i 25-34enni diventano il 14%).

«Con il covid è cresciuta in tutti noi la preoccupazione per il rischio di veder compromessa la nostra salute» commenta Emanuele Mormino, founder di Pharmaway «e questo ha sicuramente stimolato tutti noi a monitorare con maggiore cura il nostro stato di benessere. La farmacia oggi si trova in una posizione privilegiata, “al posto giusto al momento giusto”, poiché può fornire una gamma di servizi in modo facile e rapido, permettendo un monitoraggio continuo e preciso della salute. Questa rappresenta un’opportunità enorme, ma anche una responsabilità da gestire con grande attenzione. Per capitalizzare questo ruolo, le farmacie devono migliorare due aspetti cruciali: la presa in carico del cliente/paziente e la capacità di comunicare efficacemente i servizi offerti. Solo attraverso un approccio integrato e ben comunicato, le farmacie potranno consolidare il loro ruolo centrale nel sistema sanitario e contribuire a una cultura della prevenzione e del benessere».

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