Le farmacie organizzate in catena o network continuano a crescere per numerica a scapito delle farmacie indipendenti non affiliate. E su alcuni indicatori, come fatturato medio o produttività per addetto, mostrano maggiore efficienza anche se le distanze non sono sempre nettissime. È quanto rivela la fotografia mostrata da Iqvia a Cosmofarma Exhibition (Bolognafiere, 11-13 aprile), che per l’edizione di quest’anno ha scelto il tema della performance come filo conduttore degli eventi congressuali.
Ormai, ha detto Alessandra Frontini, associated director offering e client service di Iqvia, le farmacie davvero indipendenti (cioè non affiliate ad alcun tipo di circuito) sono il 66,5% del totale, cioè due su tre. Gli esercizi appartenenti a una catena del capitale, invece, sono ormai il 6,3% del totale (erano il 6% a fine anno, secondo l’aggiornamento fornito dalla stessa Iqvia a Scanner Orizzonti), le farmacie affiliate a un network strong sono il 12,6%, quelle appartenenti a un network light il 10,9%.
In media, è l’analisi di Iqvia, una farmacia media batte 198 scontrini al giorno, il cui valore unitario è di poco inferiore ai 30 euro. Tuttavia, quest’ultima media varia a seconda del tipo di affiliazione in cui è inquadrato l’esercizio: cresce dell’11% se la farmacia appartiene a una catena reale, cala dell’1% se è affiliata a un network strong oppure è una farmacia indipendente, cresce di un punto se l’esercizio appartiene a un network light. A spiegare la variabilità, ha rimarcato Frontini, è soprattutto la composizione dello scontrino, ossia il mix dei prodotti battuti: nelle catene reali tale mix risulta spostato in modo più netto verso categorie dalla marginalità maggiore, come igiene e bellezza, integratori e autocura.
Una variabilità significativa si riscontra anche nel fatturato: fatto cento il valore medio calcolato sulla totalità delle farmacie (1,4 milioni di euro), nel caso delle catene reali sale a 129, tra i network si ferma a 112 e 108 (light e strong rispettivamente) e tra le farmacie indipendenti cala a 94. Quanto alla ripartizione per cluster, l’analisi dice che il 35% delle farmacie evidenzia fatturati fino a 950mila euro, mentre poco più del 20% produce un fatturato dai due milioni di euro in su.
Anche nella produttività per addetto sussistono differenze significative tra farmacie, non solo per tipo di affiliazione ma anche per territorio: ogni farmacia dispone in media di 4,8 addetti, ciascuno dei quali assicura una produttività di 302mila euro. Si tratta di una media anche in questo caso, però: nel dettaglio, infatti, la produttività si ferma a 250mila euro per poco più del 42% degli addetti, arriva a 350mila euro per un altro 34%, raggiunge i 550mila nel 20% circa dei casi e infine supera i 550mila euro per il 4% degli addetti.
Come si diceva, sussistono differenze anche tra le diverse tipologie di affiliazione: nel caso delle catene, la produttività media per addetto sale a 346mila euro, nei network strong scende a 293mila (meno anche delle indipendenti, 295mila), nelle catene light risale a 313mila euro. E non solo: indide anche la geografia, con Molise e Umbria agli ultimi posti e Lombardia e Campania in cima alla classifica.
Per finire, aggiunge altri elementi di riflessione sulle differenze di performance tra farmacie organizzate e non anche un’analisi degli indici di rotazione: nel caso dell’etico, le catene reali mostrano una media inferiore a tutte le altre tipologie di farmacia (eccezion fatta per le comunali) ma prevalgono nei principali panieri della libera vendita. Network strong e light spiccano invece nel farmaco con ricetta e sono sempre davanti alle indipendenti negli altri panieri.