Sanità low cost, un sondaggio per capire il pensiero dei titolari

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L’economy 4.0, quella di imprese come Deliveroo che ti consentono di ordinare dallo smartphone una pizza e fartela portare a casa, oppure prenotare un bed&breakfast con AirBnB, ha ormai investito largamente anche la farmacia dei servizi. Lo testimonia l’ampio ventaglio di app lanciate in breve tempo da startup e imprese del digitale: app per consegnare i farmaci a domicilio, app per consultare il Prontuario farmaceutico e mettere a confronto medicinali equivalenti o destinati alle stesse patologie, app per prenotare prestazioni infermieristiche e così via.

E’ un fenomeno strettamente correlato all’emergere di un’altra tendenza, quella della sanità low cost: di fronte a un servizio sanitario pubblico in progressiva ritirata (ormai un quarto della spesa sanitaria complessiva è pagato di tasca propria dagli italiani), cresce la platea di coloro che scelgono la sanità privata, soprattutto quando la spesa da affrontare si mostra competitiva per colpa di ticket e liste d’attesa.

In questo scenario la farmacia ha tutti i numeri per presentarsi al pubblico come un vero e proprio “centro servizi”: per orientare e prenotare prestazioni via Cup quando la richiesta si indirizza sulla sanità pubblica, mettere in contatto domanda e offerta, anche tramite app, quando invece si cercano strutture e professionisti nella sanità low cost: studi odontoiatrici e strutture sanitarie private, infermieri a domicilio, fisioterapisti, e ora anche medici.

Già, i medici. Da mesi i sindacati dei generalisti lanciano allarmi sulla mancanza di rincalzi per i mmg che nei prossimi 5-10 anni se ne andranno in pensione e tra le contromisure che si prospettano all’orizzonte ci sono in pole position l’innalzamento del massimale (ossia del tetto di assistiti che ogni singolo medico può prendere in carico) da 1.500 a 1.800 e l’accelerazione sulle cosiddette aggregazioni complesse, ossia Uccp e Case della salute.

E’ verosimile, quindi, che in un futuro abbastanza vicino si allungheranno le attese negli ambulatori e il medico di famiglia diraderà le visite, delegando parecchie incombenze agli infermieri dell’aggregazione. Risultato, chi non vorrà aspettare e potrà permetterselo, raggiungerà la crescente platea dei fruitori della sanità low cost e dell’economy 4.0. E le farmacie, come pensano di gestirlo questo scenario? Per scoprirlo, abbiamo preparato un sondaggio al quale i farmacisti titolari potranno velocemente rispondere seguendo questo link. Le informazioni raccolte, in forma anonima, saranno utili a comprendere e valutare tutte le possibili soluzioni con cui rafforzare il ruolo della farmacia del territorio in questo contesto di forte cambiamento.

Partecipa al sondaggio: https://tinyurl.com/y8p493w6

 

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