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Caro-energia, Sofarmamorra: “fee” di un euro a recapito per ordini mensili sotto i 5mila euro

Filiera

Anche Sofarmamorra introduce una quota fissa sulle consegne alle farmacie per attenuare i rincari di carburanti ed energia. Il “fee”, come spiega il gruppo in una lettera diffusa nei giorni scorsi, ammonta a un euro e verrà applicato «nell’ultima fattura del mese» sui passaggi effettuati a partire dal 24 marzo, per il momento alle farmacie i cui ordini mensili non superano i cinquemila euro. «Il forte incremento delle spese generali, ulteriormente aggravatosi di recente» spiega la lettera, firmata dal direttore Commerciale e logistica Ettore Morra «mette in pericolo la sostenibilità aziendale e la garanzia di servizio». In questi mesi, prosegue l’azienda, «abbiamo provveduto, con efficacia, a ridimensionare dove possibile, e ulteriormente, i costi di gestione». Ma gli ultimi aumenti, è la conclusione implicita, costringono a nuove misure.

«Teniamo in grande considerazione tutte le nostre farmacie clienti» spiega a Pharmacy Scanner Ettore Morra «abbiamo rinviato questa opzione finché è stato possibile, ora non lo è più perché l’unica alternativa sarebbe quella di toccare i livelli occupazionali». Per spiegare la criticità del momento, Morra mette sul tavolo qualche numero: «Sul fatturato del gruppo i costi fissi incidono per il 4%» spiega «il margine di legge di cui beneficia la distribuzione sul farmaco con ricetta ammonta al 3%. Lo spazio per assorbire le variazioni congiunturali dei costi è di fatto inesistente, operiamo entro limiti strettissimi». La quota fissa sulle consegne sotto i cinquemila euro mensili (che vale anche per le altre società del gruppo: Ufm, Corofar, New Cotafarti) va dunque considerata una scelta obbligata. «Dalla quale usciremo» conclude Morra «non appena la situazione lo consentirà».

Intanto un allarme sulle difficoltà in cui versano i grossisti del farmaco a causa del caro-prezzi di carburanti ed elettricità arriva anche dal Girp, l’associazione europea dei distributori “full line”. «Nella maggior parte dei Paesi europei» ricorda il Girp «i margini del settore sono regolamentati, quindi le imprese hanno poche possibilità di intervenire sui fatturati. Di conseguenza, i rincari stanno avendo un impatto immediato e significativo sul comparto».

L’associazione, di conseguenza, ha diffuso un documento di raccomandazioni per invitare «istituzioni e responsabili politici dell’Ue» a intervenire in aiuto delle imprese. Per cominciare, sarebbe opportuno «riconoscere che i distributori farmaceutici rappresentano un collegamento vitale della filiera e assicurano la distribuzione sicura ed efficiente di farmaci e dispositivi», ragion per cui sarebbe pienamente legittima la concessione di «sostegni su energia e carburante, così come modifiche su prezzi e rimborsi per compensare l’aumento dei costi».

In particolare, prosegue il documento, le istituzioni Ue dovrebbero collaborare con gli Stati membri per «promuovere misure come la revisione degli attuali sistemi di remunerazione e rimborso», da sostituire con modelli che aiutino «la sostenibilità finanziaria della distribuzione farmaceutica». Infine, Ue e Paesi membri dovrebbero «rivedere le normative di settore per consentire alle imprese miglioramenti dell’efficienza pur mantenendo elevati standard di servizio».

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