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Ricerca TradeLab: per attrarre i giovani collaboratori, le farmacie diano «prospettive di crescita»

Filiera

Per quasi un giovane farmacista su due, la carenza di collaboratori che tormenta le farmacie italiane si argina mettendo in campo strategie che alle nuove leve offrano «prospettive di crescita professionale ed economica», per più di uno su tre servono «programmi di formazione e sviluppo del personale» e «sostegno finanziario» per assunzione e aggiornamento. È l’indicazione che arriva dall’indagine condotta da TradeLab nell’ambito del progetto Generation Next su un panel di 1.200 farmacisti, di età inferiore ai 35 anni e con circa 4 anni di esperienza nella farmacia (nell’87% dei casi come dipendenti).

Presentata a Milano venerdì scorso, 20 settembre, in un evento organizzato in collaborazione con Federfarma Lombardia, l’indagine rientra nell’ambito del percorso di ricerca avviato da TradeLab con l’obiettivo di portare allo scoperto vissuto, valori e attese dei giovani laureati, per aiutare la farmacia (e più in generale il mondo della filiera farmaceutica) a lavorare con le nuove generazioni. E progettare il proprio futuro.

 

Giovani laureati, quale visione della farmacia

 

Una buona notizia è che la visione della farmacia più diffusa tra i giovani farmacisti coincide in gran parte con quella dei meno giovani: il 74% ritiene che la farmacia di domani offrirà servizi avanzati e innovativi, il 71% proporrà cure personalizzate e sarà di supporto al benessere della comunità. Più in generale, ritengono che nel tempo calerà l’attività si supporto immediato al paziente e crescerà invece l’impegno in termini di screening, diagnostica e referral (orientamento) clinico.

 

I limiti attuali della formazione secondo i giovani farmacisti

 

Tuttavia, in molti ritengono che occorra una formazione diversa da quella che ricevono oggi, oppure non dispongono degli strumenti che servirebbero. Quasi un intervistato su due auspica una formazione più improntata alla clinica, una quota analoga lamenta difficoltà nell’accesso al credito per sviluppare attività in proprio, percentuali di poco inferiori lamentano difficoltà di comunicazione con il paziente o con il team della farmacia oppure mancanza di motivazioni o ancora avverte il bisogno di formazione nelle materie finanziarie e manageriali.

 

Come arginare la carenza di personale

 

Forte, tra i giovani farmacisti, anche la richiesta di prospettive di crescita, tanto economica quanto professionale. «La farmacia che cura lo sviluppo delle competenze del suo team» hanno rimarcato Andrea Parachini e Giuseppe Convertini, di TradeLab «arricchisce la professionalità dei collaboratori, attenzione quindi a non relegare quest’attività a un mero atto formale o a
porlo fuori dalle ore lavorative. Team, incentivazione e meritocrazia sono i desiderata tipici di un percorso aziendale».

 

Le innovazioni che i giovani auspicano

 

La dimestichezza con digitalizzazione e internet che contraddistingue la Generazione Z, poi, spinge i giovani farmacisti a vedere nell’innovazione tecnologica un processo imprescindibile: uno su tre ritiene che la farmacia non possa fare a meno di sito web, app e Intelligenza artificiale, percentuali di non molto inferiori auspicano il ricorso all’automazione (per prenotazioni e ritiri) e a sistemi di monitoraggio continuo della salute.

 

Verso nuove leve di marketing e di engagement

 

Ma tra i farmacisti intervistati da TradeLab è diffusa anche la convinzione che nel tempo cambieranno le leve per l’ingaggio dei clienti: volantini, espositori e vetrine – ossia gli strumenti oggi più utilizzati nella comunicazione in-store – perderanno progressivamente d’importanza, crescerà invece la rilevanza dei supporti digitali (vetrine, monitor, totem), delle giornate a tema e soprattutto del prezzo. Per quanto riguarda invece i rapporti con l’industria e i fornitori, per i giovani farmacisti portafoglio prodotti e gestione del ciclo dell’ordine restano tra le priorità mentre margini, scontistica e condizioni di pagamento assumono un ruolo relativamente secondario.

«In sintesi» ha tirato le fila Paolo Bertozzi, socio fondatore e partner di TradeLab «i giovani farmacisti hanno una visione più ampia della farmacia rispetto alle generazioni precedenti e si sentono “precursori” del cambiamento sotto tanti punti di vista. Aiuta il contesto, che è favorevole a questo canale anche grazie all’eredità del posizionamento da post-pandemia, in cui spiccano i temi della salute e del benessere della persona». I giovani farmacisti, in particolare, “sentono” che saranno protagonisti del sistema di cura verso il quale il Ssn si sta evolvendo e proprio per questo mostrano attenzione a tutti i contenuti professionali che li preparano a questo nuovo ruolo. Alla farmacia – e al farmacista titolare – il compito di soddisfare questa domanda e motivare il team.

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