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Ipsos-Fofi: il 93% degli italiani ha una farmacia di fiducia, contano vicinanza e assortimento

Consumatore

Dispone di una farmacia di riferimento il 93% degli italiani e di questi più di uno su due l’ha scelta per la vicinanza a casa o al lavoro, oppure per l’ampiezza dell’offerta. È la fotografia scattata dalla ricerca condotta da Ipsos per la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) con l’obiettivo di mettere a confronto l’opinione di clienti e farmacisti sulle nuove competenze della farmacia. All’indagine Pharmacy Scanner aveva già dedicato sette giorni fa un primo articolo, che aveva riferito “sentiment” e giudizi dei due gruppi riguardo ai servizi.

Ora invece puntiamo la lente sulla parte di indagine che esplora il rapporto tra clienti e farmacie. Un rapporto, dice Ipsos, che la pandemia ha lasciato sostanzialmente inalterato per quanto concerne la frequentazione: il 73% degli intervistati (su un campione di mille individui, rappresentativo della popolazione italiana) dice di andare in farmacia con la stessa frequenza e uno su cinque afferma di visitarla più spesso di prima.

 

Gli italiani e la farmacia, comodità e assortimento i primi due driver

 

Soltanto il 7% degli italiani, poi, non ha una farmacia di riferimento alla quale si rivolge in via preferenziale; al contrario, il 56% ne ha una e il 37% ne ha due o tre. Quanto ai criteri con cui viene selezionata la farmacia di fiducia, la vicinanza a casa o al lavoro rimane il primo criterio di scelta (lo indica il 57% degli intervistati, risposte multiple), quindi l’assortimento e la disponibilità dei prodotti o servizi di cui c’è bisogno (42%). Seguono a poca distanza la fiducia nei confronti del farmacista o la sue conoscenza (37 e 28% rispettivamente), quindi la pulizia della farmacia e la leggibilità del layout (26%) e infine la velocità con cui si viene serviti.

 

Con la pandemia migliorata l’immagine della farmacia

 

Se non ha variato in modo significativo gli ingressi in farmacia, la pandemia ha invece rinnovato l’immagine che gli italiani hanno del farmacista: quasi un intervistato su due (il 48%) dichiara che la sua opinione è migliorata e solo l’8% parla di un peggioramento. In particolare, il 46% afferma che le persone si rivolgono più spesso di prima al farmacista per chiedere un consiglio in caso di piccoli disturbi (d’accordo con un voto da 8 a 10, vedi sopra), il 44% dice che svolge un ruolo di pubblica utilità ed è sempre a disposizione del cittadino, il 43% ritiene che sia sempre più spesso una figura di riferimento nel campo della salute e un altro 43% lo considera un’alternativa al medico di famiglia in caso di piccoli problemi di salute. Beneficia di questo incremento di considerazione anche la farmacia: il 45% degli intervistati concorda con un voto da 8 a 10 (media campione 7,2) sull’affermazione che dall’inizio della pandemia a oggi la farmacia ha assunto un crescente ruolo di pubblica utilità.

 

I farmacisti: immagine in ascesa, ma pesano formazione e burocrazia

 

Anche i farmacisti sono consapevoli della nuova immagine di cui godono. Avvertono che i clienti lo considerano sempre più spesso una figura di riferimento (93%) e che il suo consiglio è richiesto sempre più spesso in caso di piccoli problemi di salute (ancora 93%). Questo ruolo tuttavia porta via tempo: il 95% dei farmacisti intervistati sente la necessità di essere sempre più aggiornato e informato, il 90% avverte il peso della burocrazia.

 

Le difficoltà di tre anni di pandemia secondo i farmacisti

 

La pervadenza della burocrazia sembra il tema del momento, come indicano le risposte dei farmacisti a un’altra domanda, quella che chiede quali sono i principali problemi vissuti nei tre anni della pandemia: quasi un farmacista su tre chiama in causa pratiche e scartoffie (31%), più di uno su cinque punta il dito sul rapporto con i clienti (22%), il 18% cita l’assenza dei medici di base e il 12% le difficoltà di approvvigionamento.

 

Mmg e farmacista a confronto, l’opinione degli italiani

 

Se per la maggioranza degli italiani la figura del farmacista rappresenta un’alternativa autorevole al medico di famiglia per i piccoli problemi di salute, viene allora da chiedersi quale sia più in generale l’opinione degli assistiti verso le due figure. La ricerca Ipsos ha risposto anche a questo, ma il quadro che ne deriva appare frastagliato: gli intervistati riconoscono al farmacista e alla farmacia un’accessibilità e una disponibilità che il mmg non ha, così come un aggiornamento sui nuovi farmaci decisamente più puntuale. Al contrario, il medico di famiglia viene riconosciuto più spesso del farmacista «centrale per alleggerire le strutture mediche» e «competente nel consigliare il farmaco più adatto alle esigenze» del momento, al punto da essere definito più spesso del farmacista un «consulente della salute».

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