App proliferanti, dall’infermiere virtuale al recapito domiciliare

Filiera

È boom delle app che trattano di farmaci e salute. Lo dicono i principali organi di stampa e lo dice Google. È sufficiente infatti fare una veloce ricerca in rete per toccare con mano quanto il mondo dell’e-health (il digitale applicato alla salute) sia in fermento. Non solo e-commerce di farmaci, ma un proliferare di servizi online dedicati, che vanno dalla consegna di farmaci a domicilio, alla gestione del proprio armadietto dei medicinali, fino agli assistenti virtuali che ricordano gli appuntamenti medici e aiutano nell’aderenza alla terapia. Una realtà che fino a pochi anni fa sarebbe stata inimmaginabile, frutto dell’unione tra i progressi tecnologici, l’intraprendenza di imprenditori sempre più giovani e motivati, e il desiderio del consumatore medio di risolvere, attraverso il web, molti dei problemi della vita quotidiana. Attraverso i siti internet, WhatsApp, le applicazioni da scaricare sul proprio smartphone, ma anche il semplice telefono di casa per i più tradizionali, questi nuovi servizi promettono di agevolare e semplificare la gestione della salute degli utenti. Proprio di questi giorni è la notizia della nascita, rispettivamente a Palermo e a Lecce, di SocialFarmaci e Medyx, un servizio di consegna farmaci a domicilio e una start up che gestisce l’aderenza alla terapia, in particolare di anziani post-ospedalizzati.

«Qualche anno fa sembrava impossibile che la gente restasse a casa a farsi portare la pizza, oggi è la normalità». In questo modo esordisce uno dei fondatori della start up “Socialfarmaci”, raccontando in un’intervista online la genesi del servizio di consegna a domicilio di farmaci che, attivo da agosto, sembra avere piuttosto successo nel capoluogo siciliano. E il riferimento al food delivery non è casuale, dal momento che SocialFarmaci è partner di SocialFood, un servizio che, già da qualche anno, si occupa appunto delle consegne di piatti pronti e che oggi mette a disposizione i suoi fattorini anche per le consegne di medicinali. Il meccanismo di questo servizio è analogo a quello di altre start up simili (ricordiamo che una delle prime società di pharma delivery, Pharmap, è anch’essa palermitana): l’utente ordina il farmaco sul sito – a breve anche attraverso un’app- l’addetto alla consegna si reca in una delle farmacie convenzionate e lo recapita a destinazione. Se invece il farmaco necessita di prescrizione, la ricetta verrà ritirata a casa dall’incaricato, prima di recarsi in farmacia. Inoltre, per rendere più rapido il meccanismo, l’utente può caricare la ricetta sul sito, in modo che il farmacista possa ordinarlo, in attesa del ritiro da parte del fattorino. E last but not least, il servizio, a richiesta, garantisce l’anonimato, per gli acquisti un po’ più delicati. Secondo i giovani creatori di SocialFarmaci sono già decine le consegne quotidiane, per il momento solo a Palermo, ma con prospettiva di crescita in altre città.

Pur operando sempre nell’ambito della salute, piuttosto diverso è il servizio offerto dalla piattaforma Medyx, nata nel 2017 dall’intuito di una giovane studentessa salentina, Roberta Musarò. In questo caso il focus del servizio è l’aiuto nella gestione della terapia, rivolto soprattutto a pazienti cronici e/o anziani, che una volta dimessi dall’ospedale possono trovare difficoltosa l’aderenza alla terapia prescritta o il memorizzare appuntamenti medici o esami.  La piattaforma garantisce una sorta di assistenza virtuale, attraverso l’invio di notifiche sms o WhatsApp sul telefono, o addirittura, per i meno tecnologici, attraverso una chiamata vocale. Progetto promettente, certo, ma con una particolarità. A differenza della maggior parte delle start up, Medyx non si rivolge all’utente finale, ma alle compagnie di assicurazioni private. Nessuna app da scaricare quindi, ma un servizio a cui si può accedere soltanto se attivata da un’assicurazione. Secondo la sua fondatrice, nell’ambito della salute, le app generano ancora una certa diffidenza, soprattutto nella fascia anziana della popolazione e quindi si dimostra più proficuo un meccanismo di questo tipo, che, in futuro potrebbe essere adottato anche dal Servizio Sanitario Nazionale.

Al di là dell’oggettivo interesse generato da questa “evoluzione digitale” dei servizi al paziente, c’è da chiedersi quanto la sovrabbondanza di start up non conduca a una saturazione del mercato e a una inevitabile concorrenza (spietata). Difficilmente però si tornerà indietro.

Giulia Capotorto

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