Con 65 milioni di esemplari tra cani, gatti, pesci, uccelli e piccoli animali, la popolazione pet in Italia rimane stabile ma cambiano gli equilibri tra le specie: crescono ancora i gatti (11,9 milioni), mentre i cani si attestano sui 9 milioni, i pesci superano i 28 milioni di esemplari. La fotografia arriva dal Rapporto Assalco-Zoomark 2025, presentato la settimana scorsa a Bologna durante la Fiera internazionale del pet care. Per il canale farmacia, che guarda da anni con interesse ai prodotti per animali, i dati aggiornati sulla popolazione, sul profilo del pet owner e sul mercato non food forniscono indicazioni preziose.
Chi è il pet owner italiano
L’indagine Pet Monitor 2025 ha tratteggiato un identikit dettagliato del proprietario di animali domestici. Prevalgono le famiglie con figli e le persone nella fascia d’età tra i 35 e i 54 anni, ma la diffusione del pet ownership è trasversale: i pet fanno ormai parte della vita di single, giovani under 30 e over 65, segno di una relazione sempre più affettiva e stabile tra animale e umano. In quasi otto casi su dieci, il pet è considerato un membro della famiglia a tutti gli effetti, e ciò si riflette in scelte d’acquisto orientate alla qualità e alla cura.
La crescente sensibilità verso il benessere animale si traduce in comportamenti di consumo mirati: i proprietari cercano alimenti specifici, prodotti per l’igiene, integratori e soluzioni per la prevenzione, come gli antiparassitari, con un’attenzione particolare alla naturalità, alla funzionalità e alla provenienza. In questo contesto, la farmacia può valorizzare la propria credibilità professionale proponendo articoli selezionati e garantiti, soprattutto laddove la consulenza è percepita come valore aggiunto.
Quanto ai canali di acquisto, il grocery rimane predominante per le referenze più comuni, ma i petshop – sia tradizionali sia in versione gdo – stanno crescendo grazie all’ampiezza dell’offerta e alla specializzazione. Cresce anche l’online, soprattutto tra i più giovani, ma senza compromettere l’interesse per i canali fisici, che restano centrali per chi cerca rassicurazione e supporto esperto.
Antiparassitari: segmento chiave del non food
La spesa annuale per gli animali d’affezione che include tutti i consumi per prodotti e servizi (pet food, spese mediche, accessori…) ha toccato nel 2023 circa 7 miliardi di euro. Tale stima considera gli alimenti, il “non food” (accessori, prodotti igiene e cura, lettiere, accessori per casa e viaggio, apparecchiature elettroniche …), le spese mediche e altri servizi come la toelettatura. La componente di spesa in accessoristica e prodotti per la cura e igiene del pet si attesta sui 1,2 miliardi di euro. Tra il 2018 e il 2023, l’incidenza della spesa pet sul totale dei consumi delle famiglie è aumentata di oltre 30 punti base, e oggi il valore è superiore all’1%. Le categorie non food su cui si concentra maggiormente la spesa sono integratori e antiparassitari, che assorbono poco
meno di un quinto della spesa totale, lettiere per gatti (16%) e accessori per la casa (es. cucce, ciotole, cuscini e altri prodotti che garantiscano il comfort e il benessere degli animali), che rappresentano il 14% della spesa non food delle famiglie per i propri animali.
Spesa veterinaria in farmacia
Da un’altra fonte – il Rapporto della Ragioneria generale dello Stato sulla spesa sanitaria in Italia – arriva invece una stima della spesa sostenuta privatamente dagli italiani per i loro amici a quattro zampe. La fonte è il Sistema tessera sanitaria, nel quale confluisono i dati per il 730 precompilato: nel 2023, è l’indicazione, gli italiani hanno speso in farmacia per la veterinaria poco più di 290 milioni di euro, circa 40 milioni in più rispetto al 2022 e oltre 139 sul 2027.
Farmacie, opportunità in una domanda “consapevole”
Il profilo del consumatore di prodotti per pet – attento, informato e disponibile a investire nel benessere dell’animale – è perfettamente in linea con l’offerta qualificata che le farmacie possono proporre, specie su categorie come integratori, antiparassitari, dispositivi per l’igiene e alimenti funzionali. La sfida resta l’assortimento, che nelle catene specializzate ha raggiunto livelli molto elevati (oltre 2.400 referenze in media), ma la farmacia può puntare sulla selezione di qualità e sulla personalizzazione dell’offerta.