Il mercato italiano del pet care non risente della crisi e chiude il 2020 con un giro d’affari di 72,8 milioni di euro, in crescita del 2,3% in valori e del 6,7% in volumi rispetto al 2019. A trainare il comparto è il segmento dei prodotti per l’igiene (tappetini, assorbenti igienici, salviette, shampoo, spazzole, deodoranti e altri prodotti di bellezza), che vale 33 milioni di euro in fatturato e lievita del 14,7% rispetto all’anno precedente. I numeri arrivano da un’anticipazione del XIV Rapporto Assalco-Ζoomark, che verrà presentato in concomitanza con l’edizione 2021 di Zoomark International, la fiera del pet in programma dal 10 al 12 novembre a BolognaFiere.
Complice la pandemia, dicono i dati, continua a crescere la presenza degli animali domestici nelle famiglie italiane: ormai sono oltre 60 milioni tra cani, gatti, piccoli mammiferi, uccelli, pesci e tartarughe, 3,5 milioni in più soltanto nell’ultimo anno secondo Coldiretti. Gli effetti sono evidenti su tutto il mercato del pet, non solo il care ma anche il food, che chiude il 2020 con un giro d’affari di oltre 2,2 miliardi di euro, in crescita del 4,2% a valori e del 2% a volumi. I numeri comprendono i canali grocery, petshop tradizionali e catene petshop, fanno invece conto a parte il nuovo format dei petshop della gdo, che nel 2020 hanno totalizzato un giro d’affari di 34,3 milioni di euro.
Nel food il segmento trainante è quello dei cibi per gatti, che rappresenta il 53,2% del mercato di grocery, petshop tradizionali e catene (1,2 miliardi, +5,9% rispetto al 2019). «Il 2020 ha confermato l’andamento positivo del mercato italiano del pet food e pet care» commenta Gianmarco Ferrari, presidente di Assalco, l’Associazione nazionale delle imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia «in un momento drammatico quale la pandemia, il ruolo degli animali da compagnia è diventato ancora più importante, come testimonia l’attenzione degli italiani all’alimentazione e benessere dei loro pet. Poiché il pet food e le prestazioniveterinarie sono a tutti gli effetti prodotti e servizi essenziali per i proprietari degli animali d’affezione, torniamo a sollecitare una riflessione sulla possibilità di alleggerire il carico fiscale che grava sulle famiglie con la ricollocazione degli alimenti per pet e delle prestazioni veterinarie nello scaglione iva agevolata al 10%».
Ma il mercato del pet “gira” bene anche nel canale farmacia, come raccontano a cadenza settimanale le rilevazioni di Iqvia: nelle prime 18 settimane del 2021, dice l’ultimo aggiornamento, il comparto della veterinaria cresce a valori del 17,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e a volumi del 13,3%. Il 2020, invece, si è chiuso con un giro d’affari complessivo di oltre 363 milioni di euro.