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Probiotici in farmacia, per Federsalus-Iqvia il comparto vale 500 mln di euro

Mercato

Il mercato dei probiotici in farmacia – segmento in cui confluiscono prodotti del comparto integratori così come alcuni farmaci di automedicazione – vale 500 milioni di euro su base annua, da giugno 2018 a maggio 2019, e cresce del 5,7% rispetto ai 12 mesi precedenti (+6,3% nel 2018). I dati arrivano dal focus che Federsalus, associazione delle aziende produttrici di integratori, ha dedicato al tema in un incontro formativo organizzato a luglio a Milano in collaborazione con Iqvia.

Il mercato, hanno spiegato gli esperti della società di ricerche, mostra una spiccata concentrazione perché il 50% del giro d’affari fa capo a 10 brand soltanto. E tra le leve che ne determinano la crescita una delle principali è quella dell’informazione medico-scientifica, per la quale le aziende italiane tendono sempre più a preferire un approccio “dematerializzato”:  «Nel mix dei canali di comunicazione con il medico» ha spiegato Simona Tarquini, di Iqvia «il digitale assume un peso progressivo».

 

 

Il pediatra, il medico di famiglia e il gastroenterologo, dicono ancora i dati, sono i prescrittori che più di frequente fanno ricorso ai probiotici nella propria pratica clinica: da questi tre professionisti, infatti, arrivano rispettivamente il 45,5%, il 28,8% e il 10,6% delle ricette o delle indicazioni che prendono in considerazione i probiotici. In particolare, questi prodotti ricorrono nel 23% delle prescrizioni/consigli dei gastroenterologi, nel 24% delle ricette o delle indicazioni del pediatra e nell’11% di quelle del medico di famiglia.

Un’altra leva importante, dicono ancora le analisi di Iqvia, è quella dell’innovazione: lanci di nuovi brand ed estensioni di linee di prodotto già esistenti, in altre parole, contribuiscono alla crescita del mercato in modo significativo. Negli ultimi dodici mesi, in particolare, il driver dell’innovazione si è fatto sentire nel segmento dei probiotici a base di botanicals: rispetto al periodo precedente, le novità hanno contribuito alla crescita della propria categoria per il 3,2%. Il contributo dei nuovi lanci nel segmento dei probiotici “senza” botanicals, invece, si è fermato all’1,4%.

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