La fusione delle due catene del pet Arcaplanet e Maxi Zoo, rispettivamente la prima e la terza insegna a livello nazionale con 388 e 136 punti vendita, può «ostacolare in modo significativo la concorrenza nei mercati della vendita al dettaglio dei prodotti pet, determinando il rafforzamento o la costituzione di una posizione dominante a danno dei consumatori». E’ quanto scrive l’Antitrust nella delibera che ufficializza l’avvio di un’istruttoria nei confronti delle società – Cinven e Fressnapf – che hanno messo in piedi l’operazione.
Da un punto di vista tecnico, come spiega l’Autorità garante, la fusione dovrebbe passare da un doppio “share purchase agreement”: Cinven, società di private equity che fornisce gestione e consulenza nel campo degli investimenti finanziari, acquisisce la catena Arcaplanet dal suo attuale proprietario, il fondo Permira, e quindi crea con il gruppo Fressnapf (cui fa capo Maxi Zoo) una nuova società, partecipata rispettivamente al 65 e 35%, nella quale confluiscono le due insegne.
Per l’Antitrust, tuttavia, la concentrazione che scaturirebbe dall’operazione comporterebbe posizioni dominanti con quote di mercato congiunte superiori al 25% in almeno 124 territori, e con quote oltre il 50% in almeno 90. La fusione, infatti, darebbe vita a un nuovo operatore che deterrebbe a livello nazionale una quota delle vendite pari al 60-65%, considerato che globalmente il mercato vale 3,4 miliardi di euro iva inclusa (dati 2020) e il pet food genera l’80% di tale cifra (in massima parte alimenti per cani e gatti). Il crescente interesse della finanza per questo mercato si spiega con l’evoluzione del giro d’affari, che nel periodo 2020-2025 è lievitato mediamente del 2,5% all’anno.
Le catene specializzate come Arcaplanet e Maxi Zoo, riporta ancora la relazione dell’Antitrust, mostrano la crescita più marcata (+19,7% in valori e +13,8% in volumi nel periodo luglio 2020-giugno 2021), seguite dalla gdo (+6,2 e +4,5% rispettivamente) e dai negozi per animali (+1,3 e +0,3%). Gli specializzati, in particolare, offrono rispetto alla gdo un assortimento molto più ampio e profondo, con prodotti di nicchia o rivolti a specifici bisogni. Inoltre, appaiono maggiormente focalizzati sulla fascia premium, quella cioè dei prodotti di prezzo più elevato. Tant’è vero che il prezzo medio di un chilo di alimenti venduti
dagli specializzati risulta più che doppio rispetto a quello della gdo. In forte sviluppo, conclude il Garante, anche il canale online. L’istruttoria dovrà concludersi entro 45 giorni.
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