Per i titolari francesi la redditività si difende comprando e vendendo meglio

Filiera

L’83% dei farmacisti titolari francesi ritiene che l’appartenenza a un gruppo d’acquisto o a un network aiuti a sviluppare politiche di assortimento e selezione dei prodotti coerenti con il posizionamento della farmacia. E’ una delle indicazioni provenienti dalla ricerca condotta a giugno da Pharmed’Insight mediante interviste a 200 farmacisti transalpini, ai quali la società di analisi ha chiesto come si stanno organizzando o quello di cui avrebbero bisogno per difendere la marginalità delle loro imprese.

La stragrande maggioranza del campione – senza differenze tra le diverse tipologie di farmacia – ha messo al primo posto la richiesta di uno sfoltimento delle referenze e delle scorte e maggiore flessibilità nelle forniture. Più in generale, i titolari si aspettano di essere sostenuti meglio di prima nel sell out, nel category management e nel merchandising. In altre parole, «i farmacisti mostrano chiaramente di essere alla ricerca di indicazioni su come ottimizzare la loro offerta e migliorare la gestione dell’attività».

L’83% degli intervistati, come detto in apertura, nutre fiducia nell’aggregazionismo (gruppi d’acquisto o network con le funzioni commerciali centralizzate) ma è anche vero che un quarto dei farmacisti dichiara di non sentirsi supportato adeguatamente: l’aiuto dell’industria e dei brand non viene più ritenuto sufficiente e i due terzi del campione chiedono strumenti di marketing che aiutino a vendere. E’ una sfida impegnativa, osserva Pharmed’Insight, considerato che nella metà delle farmacie francesi l’attività promozionale contribuisce alla crescita dei fatturati per una quota compresa tra il 10 e il 20%.

Le richieste dei titolari di nuovi strumenti di marketing si concentrano principalmente nel segmento del parafarmaco, dove – per Pharmed’Insight – è possibile razionalizzare l’offerta anche del 25%, a seconda delle dimensioni della farmacia. In aggiunta, andrebbe sviluppato un assortimento di prodotti eco-sostenibili, per sbloccare il potenziale di crescita derivante dal trend del consumo responsabile.

Il fenomeno è già nel radar di molti titolari: il 34% dei farmacisti dichiara di avvertire un aumento della domanda di prodotti eco-sostenibili (materiali riciclabili, zero rifiuti, cosmetici solidi eccetera) e il 38% vede il fattore “green” come una leva di differenziazione. Continua invece a dividere la carta dei servizi in farmacia: per due terzi degli intervistati le complicazioni che ne frenano lo sviluppo restano alte e solo la metà dei titolari dichiara di aver trovato sostegno una volta scelto di puntare su tali prestazioni. Fanno ancora una volta eccezione, dice la ricerca di Pharmed’Insight, network e aggregazioni.

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