Il 2020 sarà l’anno della maturità per Club Salute, la rete delle farmacie indipendenti (56 affiliate) che dal gennaio scorso ha lasciato l’egida della Cooperativa farmaceutica lecchese per “ballare da sola” come società di farmacisti. Una maturità da conseguire non soltanto con l’ulteriore sviluppo del format, con nuovi lanci della linea a marchio e con l’offerta formativa che già quest’anno ha contraddistinto il network, ma anche con l’adozione di nuovi strumenti gestionali e di politiche di rete, diretti tutti quanti ad affinare posizionamento e identità dell’aggregazione. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato dalla convention che Club Salute ha organizzato domenica 1 dicembre a Milano, nella suggestiva cornice offerta dalla chiesa (sconsacrata) di San Paolo Converso: «Risale al gennaio scorso la trasformazione del network in spa» ha ricordato nel suo intervento di apertura il presidente di Club Salute e di Cfl, Cesare Guidi «è stata una scelta coraggiosa che abbiamo preso per continuare a lavorare a favore della farmacia indipendente».
Anche nel 2020 dunque la mission della rete – che si accinge a chiudere l’anno con un giro d’affari di circa 53 milioni di euro – continuerà a essere quella di assicurare agli associati soluzioni e strumenti per competere. C’è innanzitutto il format, che oggi veste 17 delle farmacie affiliate, così come c’è la linea dei prodotti a marchio, una vera e propria leva di fatturato nell’area di libera vendita.
Confermano i dati forniti nel corso della convention da Gabriele Ghirardelli, responsabile Sviluppo della private label di Club Salute: nel periodo gennaio-ottobre le farmacie della rete hanno venduto più di 100mila confezioni della linea a marchio, quasi 400mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. «In media» ha sottolineato Ghirardelli «i nostri prodotti coprono a pezzi il 4,1% dei consumi dell’area commerciale e a valori il 5,3%. E nelle farmacie più performanti arriviamo all’11,1 e al 13,4% rispettivamente». In sostanza, se nella farmacia media la marca privata non genera più del 2% a valori, negli esercizi Club Salute pesa per più del doppio.
Dopo i 48 lanci effettuati in 4 anni, dunque, la private label di Club Salute prevede per il 2020 altre venti novità, sempre nei comparti integrazione e beauty. «Anche se» avverte Ghirardelli «la private label ce l’hanno tutti e dunque, qualità a parte, la nostra marca fa leva soprattutto sulla relazione: perché il farmacista ha quel prodotto e come lo utilizza nel consiglio di tutti i giorni».
Non a caso l’aggiornamento professionale recita un ruolo importante nell’attività con cui la rete supporta le farmacie aderenti. Il progetto formativo, come ha spiegato Valentina Guidi, direttore marketing di Club Salute, si impernia su quattro diversi canali: l’Academy, che assicura corsi a distanza ai titolari e al loro personale (15 webinar programmati per la stagione 2019/2020, per più di 240 farmacisti iscritti); la piattaforma Edufarma, dove gli associati possono consultare video e materiale informativo dedicato anche alle referenze della linea a marchio (22 contenuti già disponibili); i Protocolli di consiglio, veri e propri algoritmi che accompagnano il farmacista nella relazione con il paziente («essere rete significa anche offrire un consiglio standardizzato» ha ricordato Valentina Guidi) e infine il gruppo Facebook (riservato) Club Salute Pro, dove gli associati possono scambiare informazioni e dibattere su tutti i temi della vita associativa.
Nel 2020, poi, i piani di Club Salute puntano a un ulteriore salto di qualità anche nel category: «Continueremo a lavorare sui dati di sell out così come sulle condizioni commerciali e sulle attività di marketing per disegnare un assortimento sempre coerente e razionale» ha osservato Antonio Roveda, direttore commerciale del network «sarà però importante che tutte le farmacie associate comprendano quanto sia rilevante compiere le giuste scelte assortimentali». Raccolta e valutazione dei dati, in particolare, si appoggeranno su una nuova piattaforma di business intelligence, Light di Phareconsulting, che non soltanto fornirà analisi di mercato a cadenza quotidiana per decisioni di business consapevoli e rapide, ma proporrà anche alle farmacie un “cruscotto” gestionale che permetterà di governare in tempo reale sell out, performance del team, bacino di utenza, marca privata e altro ancora. «Inoltre» ha aggiunto Simone Castelli, amministratore delegato di Club Salute «a gennaio passeremo al gestionale di Pharmagest per le attività di rete. E cominceremo a lavorare al progetto di un portale per l’e-commerce, che opererà in sinergia e non in concorrenza con le farmacie del network. Perché Club Salute è innanzitutto una rete di persone».