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Ornella Barra al quotidiano Daily Mail: adoro Boots ma ora è il momento di vendere

Filiera

«Adoro Boots, le sue farmacie fanno parte integrante delle comunità in cui operano. Ma è il momento giusto per vendere». Lo dice Ornella Barra, chief operating officer di Wba, nell’intervista al Daily Mail in cui la manager italiana fa il punto sulle trattative che dovrebbero portare alla vendita della catena, la più importante del Regno Unito con circa 2.200 punti vendita. «In Boots abbiamo avviato un’ampia riorganizzazione per plasmare l’azienda nel modo giusto e sviluppare tre pilastri importanti: assistenza sanitaria, farmacia e bellezza. Abbiamo lavorato tre anni per gettare le fondamenta della crescita, ora le condizioni sono buone ed è quindi il momento giusto per entrare in una nuova fase».

Nel 2007, ricorda il Daily Mail, Stefano Pessina e Ornella Barra rilevarono Boots assieme al fondo Kkr per 10 miliardi di sterline, in quello che allora fu il più grande leveraged buyout (acquisto a debito) del mercato europeo. Ora l’insegna inglese potrebbe ritornare nel perimetro degli equity fund, un’ipotesi che Barra non considera infausta. «Quello dal 2007 al 2014, con Kkr, fu un periodo molto interessante» osserva «Boots ha avuto un’esperienza molto positiva».

Quanto al compratore che verrà, Barra afferma di essere consapevole della necessità di individuare un soggetto che saprà mostrarsi responsabile nei confronti dei 51mila dipendenti del gruppo. «Staremo molto attenti a selezionare un acquirente affidabile». Dopo il ritiro di due fondi di “peso” come Bain Capital e Cvc, ricorda il Daily Mail, ora la partita sembra circoscritta a tre o quattro soggetti: la società britannica di private equity Tdr, in cordata con i proprietari di Asda, la più importante insegna inglese della gdo, e altri due fondi entrambi statunitensi, Apollo e Sycamore Partners. Senza contare, riferisce ancora il quotidiano, che la vendita di Boots potrebbe non terminare con l’addio di Wba a Boots: la multinazionale americana, infatti, potrebbe mantenere una quota di minoranza nella società inglese, con Ornella Barra nel consiglio di amministrazione.

Restano confermati, comunque, i piani di Walgreens di concentrarsi sul retail e sul mercato sanitario americano: «È difficile gestire tutto» osserva Barra «nella vita bisogna fare delle scelte». Ne sono già state fatte, come ricorda il Daily Mail: la prima grande dismissione è scattata l’anno scorso con la vendita di Alliance Healthcare per 4,6 miliardi di sterline. Boots è nello scaglione successivo, con un prezzo stimato di 7 miliardi di sterline, e potrebbe non essere l’ultimo suggerisce il giornale.

Intanto resta in piedi il cosiddetto piano B, ossia l’Ipo (Offerta pubblica iniziale) che aprirebbe a Boots la quotazione in Borsa. secondo il Daily Mail è un’ipotesi che non spiacerebbe ai piccoli investitori britannici e che Ornella Barra tiene ancora aperta: «Era una possibilità che avevamo considerato all’inizio» spiega «ma non abbiamo avviato il processo perché si sono fatti avanti dei compratori. Tutte le strade però restano aperte».

Bisognerà vedere quanto si riusciranno a ridurre le distanze tra offerte e richiesta di Wba. Ballano almeno un paio di miliardi e sulle valutazioni pesa il fatto che la catena in questi anni non ha dato soltanto soddisfazioni: come ricorda il quotidiano, la pandemia ha inferto colpi molto duri alle vendite, anche se le farmacie Boots hanno potuto tenere aperto durante tutto il lockdown. Nei punti vendita dei centri città gli ingressi sono calati sensibilmente e in due anni l’azienda ha dovuto annunciare tagli per seimila di posti di lavoro. Prima ancora che covid esplodesse, poi, era già diventato evidente che la rete delle farmacie Boots mostrasse squilibri, con alcuni esercizi collocati nel posto sbagliato e altri che si calpestavano i piedi a vicenda. Ne è derivato un piano per la chiusura di 200 esercizi e il riposizionamento di un’altra ventina che è ancora in corso. E rimangono diversi punti vendita – osserva il Daily Mail – che mostrano un lay out superato e sciatto. Come se non bastasse, c’è da fare i conti con la concorrenza di Amazon e dei supermercati, che hanno messo piede nei comparti commerciali del cura persona e dell’igiene personale.

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