Non siamo ancora ai livelli del Regno Unito, dove le catene di farmacia tentano di “rubarsi” a vicenda i dipendenti (in camice bianco) con bonus e lettere che magnificano le condizioni di lavoro nelle loro filiali. Però anche in Italia la carenza di farmacisti – mai così forte quanto oggi, a causa di tamponi, vaccini, orari prolungati e nuove sedi da concorso – sta spingendo le farmacie verso tecniche di reclutamento diciamo così… non convenzionali. Per capire di cosa stiamo parlando basta una ricognizione sui social più battuti. Se una volta la ricerca di farmacisti da assumere si faceva soprattutto con il passaparola o transitando per ordini e associazioni, ora invece sono sempre più frequenti gli annunci su Facebook e Linkedin. Su quest’ultimo, in particolare, si distinguono soprattutto le catene, da Farmacie Italiane a Dr.Max, da Farmagorà a Hippocrates Holding (solo per citarne alcune).
Prevalgono gli annunci “secchi”, che si limitano a comunicare la ricerca in corso senza anticipare condizioni contrattuali che potrebbero risultare convincenti per i candidati. Sicuramente incide anche il fatto che su Linkedin – stante la peculiarità del social network – si tende soprattutto a postare ricerche per quadri e dirigenti di livello intermedio (come Dr.Max, che ha bisogno di area manager), con i quali condizioni e trattamento si discutono di solito a quattr’occhi. E’ interessante però osservare che alcuni annunci giocano la carta della formazione interna per “ammaliare” i candidati: l’obiettivo, ovviamente, è strizzare l’occhio ai laureati che, più o meno giovani, sono attirati in prima battuta dalla possibilità di crescere professionalmente e fare carriera.
Anche su Facebook, nei gruppi popolati dai farmacisti, si fanno sempre più frequenti gli annunci di lavoro. E forse per il fatto che su questo social “popolare” le ricerche si concentrano principalmente sugli addetti al banco, c’è chi non esita a mettere sul tavolo bonus e incentivi. E’ il caso di Coop Lombardia, che in un annuncio pubblicato a metà dicembre avverte senza giri di parole che l’offerta comprende non solo il contratto a tempo determinato, ma anche il rimborso dell’iscrizione annuale all’Ordine e – se provenienti da fuori sede – le spese per l’alloggio. Accenna alle condizioni economiche anche l’annuncio postato su un gruppo Facebook da una farmacia di Treviso, che sottolinea la disponibilità, per i nuovi entrati, di un piano di welfare aziendale con cui «superare i limiti economici del contratto di lavoro». In più, l’annuncio promette un ambiente stimolante e professionale, imperniato su rapporti tra titolare e collaboratori improntati «al mutuo rispetto».
«Non c’è dubbio che per le farmacie trovare collaboratori sia sempre più difficile» commenta Emanuele Mormino, consulente delle farmacie indipendenti e founder di Pharmaway «e così se prima bastava il passaparola ora si ricorre anche ad altri metodi. E le ricadute non sempre sono positive: con gli annunci via social raccogli di tutto e quindi ti tocca poi fare selezione, il passaparola di colleghi e amici invece faceva già filtro». L’attuale carenza, che discende da un’offerta (di posti di lavoro) nettamente superiore alla domanda (di occupazione), finisce anche per avvantaggiare il farmacista dipendente: «Chi non è soddisfatto dell’ambiente in cui lavora se ne va molto più facilmente di prima» conferma Mormino «perché sa che può trovare altrove senza troppa fatica. E’ una situazione senza precedenti: prima i farmacisti facevano di tutto per farsi assumere, oggi possono permettersi di scegliere, in particolare i più bravi».
Occorre dunque che i titolari prestino grande attenzione alle condizioni di lavoro, in particolare alla situazione ambientale. «Soprattutto tra le donne» avverte Mormino «il clima conta più del trattamento economico. E oggi se una non è contenta si fa meno problemi di prima ad andarsene». Anche perché sono sempre di più le farmacie che contendono alle altre i farmacisti più bravi. «Gli annunci in cui si fa riferimento alle condizioni economiche o ambientali» osserva Mormino «puntano ad attirare chi già lavora altrove ma non è soddisfatto. Se il bisogno di nuove leve è urgente, prendere il farmacista già formato fa risparmiare tempo». Il consiglio che Moprmino rivolge ai farmacisti, quindi, è quello di curare ancora più di prima le risorse umane: «Prestate attenzione all’ambiente di lavoro, curate la sintonia del team, fate attenzione al burn out da tamponi» dice «e non aspettate di arrivare al plafond per assumere un nuovo elemento, come si faceva solitamente. Se ne trovate uno bravo, il plafond ve lo fa raggiungere lui».