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Operazione Cef-Unico, si allungano i tempi. All’esame delle banche il piano industriale

Filiera

Si allungano i tempi dell’operazione Cef-Unico, la joint-venture tra i due gruppi della distribuzione farmaceutica (rispettivamente il secondo e il terzo per quota di mercato) che nei programmi originari avrebbe dovuto concludersi con l’inizio del nuovo anno.

L’analisi delle banche riguardo alle modalità con cui dovrebbe essere erogata la nuova finanza (50 milioni di euro) e la sua ripartizione tra i vari istituti sta infatti richiedendo più tempo di quanto previsto nel piano originale e, solo ora, le cinque banche alla guida della cordata per sostenere l’operazione (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Popolare di Sondrio, Bper e Bpm) hanno iniziato ad approfondire le sinergie definite nel piano industriale quinquennale, che sarà oggetto dei consueti “covenant” finanziari (patti di processo). Questo ha spostato le tempistiche previste per il conferimento degli asset nella newco da parte di Cef (originariamente programmato per dicembre) a gennaio 2025, con il conseguente slittamento dell’atto di fusione per incorporazione di Unico nella società e della ripartizione delle nuove quote di partecipazione (Cef 50%, Unione farmaceutica novarese 32%, Codifarma 10,5%, Unione farmacisti del Friuli Venezia Giulia 7%, Cosifar 0,4%).

Secondo fonti interne a Cef, l’allungamento dei tempi richiesti dall’analisi del progetto nel suo insieme riflette la complessità dell’operazione tra la Cooperativa e Unico, la quale non solo richiederà un significativo impegno finanziario, ma necessiterà anche di un articolato processo di integrazione tra i due gruppi.

Secondo alcuni analisti, poi, l’operazione potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per la distribuzione controllata da farmacisti: in un mercato sempre più serrato e selettivo, il ricorso alla leva finanziaria costringerà comunque le cooperative a prestare ancora più attenzione alla loro situazione patrimoniale e finanziaria e, quindi, rivedere le dinamiche “generose” con cui finora hanno erogato utili e sconti ai loro soci. Intanto, a prescindere dagli slittamenti, l’affaire Cef-Unico ha già riacceso l’interesse degli altri operatori del comparto per fusioni e acquisizioni, che servirebbero a rispondere alla mossa delle due società dei farmacisti. Phoenix Pharma Italia, per esempio, non nasconde che nei suoi piani c’è anche la crescita per linee esterne, ossia tramite operazioni di mercato. Ma in queste settimane hanno ripreso a circolare voci di abboccamenti, sondaggi ed esplorazioni incrociate anche tra altre imprese del settore. Troppo presto per sbilanciarsi su qualche nome, ma per la fine dell’anno il quadro potrebbe farsi più chiaro.

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