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E-commerce, da marketplace (come Amazon) e grandi farmacie online spinte per una liberalizzazione delle regole

Filiera

La pandemia continua a gonfiare l’e-commerce della farmacia, gli esperti assicurano che la crescita proseguirà anche nel post-emergenza e così si intensificano le pressioni per una liberalizzazione del mercato digitale del farmaco, della quale beneficerebbero i colossi come Amazon oppure eBay ma anche le grandi farmacie online come DocMorris o Shop Apotheke. La posta sul piatto? In Italia, dove le vendite a distanza di otc e prodotti per la salute hanno toccato nel 2021 i 437 milioni di euro, +14% rispetto all’anno precedente, e in Europa, dove il giro d’affari dell’e-commerce farmaceutico (otc ed etico nei Paesi che lo consentono) ha toccato i 20 miliardi di euro e da qui al 2027 dovrebbe crescere in media del 18% all’anno.

Nel nostro Paese, il primo vero segnale del nuovo clima risale alla settimana scorsa: in un’audizione davanti alla commissione Industria del Senato sul nuovo ddl per la concorrenza, il presidente del consorzio Netcomm Roberto Liscia ha presentato un pacchetto di integrazioni al disegno di legge dirette ad agevolare lo sviluppo dell’online. Tra queste, la modifica dell’articolo 112-quater del d.lgs 219/2006 in modo da permettere a farmacie e «di vendere i farmaci (senza ricetta, ndr) anche su siti web intermediari e piattaforme per l’e-commerce». In tal modo, ha spiegato Liscia alla Commissione, «si potrebbero ridurre i costi di transazione e consentire ai venditori l’accesso a una più vasta platea di consumatori».

Il consorzio Netcomm è un sodalizio di oltre 400 imprese attive nel campo dell’e-commerce della trasformazione digitale. Tra i suoi soci ci sono colossi dell’online come Amazon, Alibaba Italy ed eBay, ma anche nomi familiari al mondo della farmacia come Apoteca Natura, Angelini, eFarma by Atida, Farmacentro, Farmaè, Farmacia Loreto Gallo (l’e-commerce di Farmacie Italiane), Msd, Mylan, Shop Farmacia (ossia l’olandese Shop Apotheke).

Quanto alla modifica dell’articolo 112-quater, l’obiettivo è quello di portare l’e-commerce del farmaco senza ricetta sui marketplace del web: attualmente, come noto, sop e otc possono essere venduti dagli esercizi autorizzati (farmacie e parafarmacie) soltanto sui siti di loro proprietà, certificati da un bollino Ue che rimanda alla scheda online dell’esercizio stesso, depositata al ministero della Salute. La richiesta di Netcomm è di fare in modo che farmacie e parafarmacie possano vendere i medicinali da banco anche su Amazon e gli altri siti “generalisti” del commercio elettronico, come molti farmacisti già fanno con integratori, nutraceutici, dermocosmetici e altre referenze dell’extrafarmaco. Non solo. La modifica normativa aprirebbe la vendita del farmaco online anche ad app e piattaforme mobile, con altri effetti dirompenti per la distribuzione farmaceutica: le società dell’home delivery (a titolo di esempio Pharmap, Pharmercure, ma anche Glovo o Deliveroo) potrebbero infatti stipulare accordi con le farmacie per vendere sop e otc direttamente dalle loro app. E recapitarli dopo l’acquisto.

«Netcomm» si legge nel promemoria lasciato alla commissione Industria «ritiene di fondamentale importanza intervenire sulla normativa vigente per allinearla a quella di altri Paesi europei, come la Germania, a vantaggio sia dei consumatori sia dei venditori». La possibilità di consentire la vendita online dei farmaci non soggetti a prescrizione e di dispensare i prodotti anche attraverso intermediari digitali come i marketplace, continua la relazione, «opererebbe nel senso non solo di una maggiore vitalità e crescita del mercato, ma anche di una migliore attenzione per i bisogni del consumatore, in linea con le esperienze internazionali in materia. Tra l’altro, l’utilizzo di intermediari digitali permetterebbe di aumentare la capillarità e l’accessibilità del servizio su tutto il territorio nazionale, con soluzioni di consegna rapida che agevolerebbero il consumatore digitale».

Ma nell’ultima settimana un tentativo di “spallata” alle regole dell’e-commerce è arrivato anche dall’Europa. Con un Position paper pubblicato giovedì scorso, 24 febbraio, la Eaep (cioè l’associazione europea delle farmacie online, dove figurano colossi come DocMorris, Shop Apotheke, Zur Rose e Viata) ha invitato Ue e governi ad accelerare sulla strada della dematerializzazione delle ricette mediche in tutta l’Unione. E aggiornare il quadro normativo in modo che la vendita dei farmaci con obbligo di prescrizione, rimborsabili compresi, sia estesa anche alle farmacie online.

Le premesse da cui muove il documento rimandano all’esperienza di questi due anni di pandemia: come riferisce la stessa Commissione europea nel suo rapporto State of health in Eu Country 2021, gli europei che dall’inizio dell’emergenza sanitaria hanno ricevuto una ricetta digitale sono aumentati dal 43% del giugno-luglio 2020 a quasi il 53% del febbraio-marzo 2021. Le previsioni dicono che la crescita proseguirà anche negli anni a venire, anche perché – ricorda la Eaep – la ricetta digitale offre evidenti vantaggi:

• Migliora e rende più sicura la comunicazione tra gli attori coinvolti (paziente, medico, farmacia, sistema sanitario).
• Agevola l’accesso delle persone che lavorano alle cure mediche e alle visite, soprattutto nelle zone periferiche.
• Semplifica le successive prescrizioni di follow up.
• Riduce gli errori (da grafia illeggibile, per esempio).
• Evita richieste che tolgono tempo.
• Snellice e accelera spedizione, ordine e fatturazione.

Per tale motivo, è l’esortazione che arriva dal Position paper, occorre che gli Stati europei accelerino sulla prescrizione dematerializzata e anche sul Fascicolo sanitario elettronico. L’Eaep, in particolare, fa il caso della Germania, dove si sta sperimentando la ricetta elettronica dal luglio dell’anno scorso ma la fase a regime continua a essere rimandata. «Il nuovo governo intende accelerare, come pattuito dai partiti della maggioranza nell’accordo di coalizione firmato a dicembre» scrive l’associazione «ma prima che inizi il roll-out vanno risolti ancora alcuni problemi».

Non è un caso che il Position paper, quando deve fare l’esempio di uno Stato dove la dematerializzazione non procede spedita, citi proprio la Germania: qui, infatti, fa capo alle vendite online il 20% del mercato complessivo dell’otc e l’1,2% del giro d’affari del farmaci etico, che nel Paese può essere commercializzato a distanza. Per le grandi farmacie online europee, anzi, il caso tedesco è una spina nel fianco: dal 2021 non possono più offrire agli assistiti sconti sul prezzo dei farmaci rimborsati, un divieto che ha ridimensionato pesantemente le vendite. Per DocMorris, Shop Apotheke e le altre e-pharmacy, quindi, la ricetta elettronica rappresenta la leva con cui recuperare clientela giocando sulla comodità e sulla continuità del “digital”. Allo stesso tempo, è evidente che la richiesta di allargare alle farmacie online la vendita dei farmaci con obbligo di ricetta punta a “ingrossare” il mercato dell’e-commerce farmaceutico a livello europeo. E a quel punto, potrebbe cominciare a muoversi anche Amazon Pharmacy.

 

 

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