Skin ADV

Mirone: distribuzione in crisi, per superarla coopetition di filiera, concentrazioni e razionalizzazioni

Filiera

In un sistema interdipendente come quello della filiera farmaceutica, le aziende della distribuzione intermedia hanno bisogno dell’aiuto degli altri segmenti del comparto per uscire dalla travagliata contingenza del post-covid. Con soluzioni improntate alla coopetition come un nuovo modello di contratto tra fornitori e grossisti tipo win-win, in cui cioè i vantaggi non sono a sommatoria zero ma assicurano benefici nella stessa misura a entrambi i contraenti. È il “sasso nello stagno” che Federfarma Servizi ha lanciato giovedì scorso (20 giugno) in occasione dell’Assemblea pubblica 2024 dell’associazione, dove la crisi in cui versa il settore è stata il tema portante dei lavori come invitava d’altronde a fare il claim dell’evento: «La distribuzione intermedia a rischio: un rischio per la salute».

Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi: se già sulle locandine avete scritto che la distribuzione intermedia è a rischio, vuol dire che a rischio lo è davvero…
Possiamo senz’altro dire che il comparto intermedio sta attraversando uno dei momenti peggiori degli ultimi venti o trent’anni. E quello che più preoccupa è che non si intravedono miglioramenti sul breve periodo: all’inizio di giugno la Bce ha finalmente tagliato di un quarto di punto il costo del denaro, ma gli effetti si vedranno soltanto dall’anno prossimo e intanto i nuovi tagli che avrebbero dovuto seguire ancora non si stanno vedendo.

E a pesare non è soltanto il costo del denaro…
Ovviamente no. Ci sono i prezzi del carburante e dell’energia, che stanno calando ma sono ancora soggetti a capricciose oscillazioni, i costi delle materie prime, gli aumenti legati al recente rinnovo del contratto nazionale dei nostri dipendenti, che rientrano nel comparto di Confcommercio, e via a seguire. Per dare un’idea: nel 2023 abbiamo coperto con i nostri corrieri 150 milioni di chilometri, in media ogni giorno sono state effettuate 41mila consegne. E al contrario di altri settori, le nostre imprese non beneficiano di agevolazioni o di crediti d’imposta sulle accise o sugli altri costi che sostengono.

Che succederà adesso che l’Aifa ha riclassificato le gliptine da Pht a classe A? In totale sono oltre 200 referenze, i costi rischiano di salire…
Per diversi distributori sarà uno sforzo consistente: troppo spesso patiamo le differenze tra i tempi di pagamento che il fornitore ci concede e la dilazione da riconoscere alle farmacie. E con il costo che ha il denaro, l’accesso al credito è sempre più stretto.

A proposito di produttori e farmacie: quali sono i vostri rapporti con loro?
Questo è il paradosso: riconoscono tutti l’importanza del nostro lavoro, ma poi però provano spesso a bypassarci con gli ordini diretti. Soprattutto l’industria…

Gli ordini diretti sono stati, nel recente passato, causa di alcune polemiche tra industria e distribuzione. Oggi come lo vedete il tema?
Vorremmo che tutti fossimo concordi su un punto: se salta la distribuzione intermedia del farmaco salta tutto, perché chi prenderà il nostro posto opererà con ben altre logiche. Con l’industria, in particolare, vorremmo quindi ragionare sul concetto di “contratto ottimo”.

Cioè?
Ne ha parlato alla nostra Assemblea pubblica il professor Rocco Ciciretti, docente di Politica economica all’università Tor Vergata di Roma: c’è il cattivo contratto, c’è il buon contratto e c’è il “contratto ottimo”, nel quale le parti si impegnano a rispettare non solo le condizioni commerciali pattuite, ma anche una serie di comportamenti improntati alla coopetition, ossia a una collaborazione competitiva. Nel nostro caso, vorremmo cominciare a lavorare con i fornitori sulla base di accordi che includono anche intese sugli ordini diretti e su altre questioni oggi per noi cruciali.

Siamo sinceri però: è difficile prendere sul serio aziende della distribuzione che prima si stracciano le vesti per le difficoltà della congiuntura e poi fanno sconti da discount alle farmacie pur di prendere un ordine…
È vero, purtroppo quello della distribuzione è un mercato molto competitivo, dove per essere concorrenziali occorre per forza lavorare sulle condizioni commerciali. Ma la nostra proposta sul “contratto ottimo” mira anche a superare questo meccanismo perverso.

Intanto, continuano a circolare voci secondo le quali prima della fine dell’estate qualcosa di grosso nella distribuzione succederà…
Di certo la fase delle concentrazioni è tutt’altro che terminata, proseguirà ancora. E oltre alle concentrazioni non sono più rimandabili gli efficientamenti, che significheranno razionalizzazioni, tagli, esternalizzazioni. Certi costi non sono più sostenibili.

Altri articoli sullo stesso tema