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Max Mueller (DocMorris): al lavoro con Zur Rose per allargarci in Italia

Filiera

DocMorris, la farmacia online olandese controllata dal distributore svizzero Zur Rose, e Promofarma, la piattaforma spagnola per l’e-commerce del parafarmaco acquisita un anno fa dal gruppo elvetico, stanno lavorando con l’obiettivo di sviluppare la loro presenza sul mercato italiano. Lo ha detto Max Mueller, chief strategy officer di DocMorris, intervenendo al convegno che Pharmacy Scanner ha organizzato venerdì 12 aprile nella cornice di Cosmofarma. «Abbiamo già cominciato a collaborare con alcune farmacie italiane» ha detto Mueller «vogliamo investire anche se ancora non sappiamo quali saranno i tempi».

Oltre a fornire un fuggevole flash sui progetti di Zur Rose per il nostro Paese, Mueller ha speso una buona parte della sua relazione per spiegare perché i farmacisti italiani dovrebbero vedere nell’e-commerce e nella digitalizzazione un’opportunità piuttosto che una minaccia. «Viviamo in un’epoca in cui dai nostri smartphone o dispositivi possiamo fare tantissime cose» ha detto «possiamo pagare le bollette, gestire il riscaldamento domestico, acquistare un biglietto aereo, ordinare cibo, taxi e altro ancora». E all’origine di tale trasformazione c’è sempre la stessa domanda: Perché dovrei sprecare tempo ed energia per fare qualcosa quando la tecnologia mi consente di farlo più velocemente e senza fatica?».

L’e-commerce, ha spiegato il dirigente di DocMorris, scaturisce esattamente dallo stesso interrogativo: «Perché perdere tempo quando posso acquistare un’auto oppure un paio di scarpe con un’app oppure uno smartphone, che perdipiù mi aiutano a scegliere fornendomi informazioni e notizie che nel mondo reale otterrei soltanto spendendo altro tempo e fatica?».

Le stesse considerazioni valgono anche nell’acquisto di medicinali, ha detto Mueller. «Perché non utilizzare gli stessi strumenti e le stesse tecnologie nell’acquisto dei medicinali e nell’accesso alle prestazioni sanitarie, in modo da rendere ancora più accessibile il servizio farmaceutico?». Questa, ha continuato il manager tedesco, è la domanda che sempre più spesso circola nel mercato europeo, dove il numero di aziende e startup digitali legate alla sanità sta crescendo esponenzialmente e attira l’attenzione dei nostri legislatori, che oggi devono assicurare una transizione senza scossoni dalla terza alla quarta rivoluzione industriale. «E’ anche la domanda che un numero crescente di farmacisti ha cominciato a porsi» ha osservato Mueller «mentre altri vedono nella digitalizzazione soltanto una minaccia».

E invece minaccia non è: «In Italia ci sono start up che offrono alle farmacie servizi come il recapito domiciliare e non sono in competizione con loro. In Spagna la nostra piattaforma Promofarma è a disposizione delle farmacie che vogliono vendere su internet e quindi espandere la loro clientela (secondo alcune fonti sarebbero presenti già in 500 circa sul marketplace iberico, ndr) e in Francia abbiamo Doctipharma, dove i farmacisti possono creare il proprio “negozio online” per la commercializzazione di farmaci e parafarmaci».

In fondo, è lo stesso percorso che ha imboccato DocMorris: «Nata vent’anni fa a Heerlen come farmacia per corrispondenza» ha ricordato Mueller «oggi mette a disposizione dei suoi clienti tutte le comodità del web: se c’è bisogno di una consulenza professionale sull’acquisto, è possibile dialogare in tempo reale con un farmacista che che darà tutte le risposte necessarie. Se il farmaco richiede una ricetta, il paziente non deve far altro che imbustarla, sigillarla e spedircela: copriamo i costi di spedizione e inviamo solitamente il farmaco nel giro di 24-48 ore. Tutti i nostri corrieri rispettano i più alti standard di qualità, conformi alle Buone pratiche di distribuzione». E quando la ricetta dematerializzata sarà realtà in tutta Europa, i tempi di consegna saranno ancora inferiori. «I prossimi anni saranno molto interessanti dal punto di vista della digitalizzazione sanitaria» ha concluso il manager di DocMorris «nessuno può dire oggi cosa succederà in Germania o in Italia, ma non va dimenticato che il cambiamento non si può fermare quando assicura alle persone vantaggi evidenti».

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