Mascherine, Assosistemi: nel 2021 import +120%, abrogare gli acquisti in deroga

Mercato

E’ in disavanzo la “bilancia commerciale” del nostro Paese tra importazioni ed esportazioni di mascherine (di tutti i modelli, chirurgiche e ffp): nel 2020, hanno varcato la frontiera in entrata forniture per un valore di 3,2 miliardi di euro, in crescita sul 2019 de 1.424%; l’export invece ammonta a 201 milioni, per un incremento del 111% sull’anno precedente. I dati arrivano dallo studio con cui Assosistema Confindustria, l’associazione che rappresenta produttori e distributori di dpi, ha fotografato un anno di mercato. Nel primo trimestre 2020, in particolare, le mascherine provenienti dall’estero crescono a valori del 149% rispetto allo stesso periodo del 2019 e generano un giro d’affari di quasi 140 milioni di euro (erano 56 un anno prima). L’accelerazione è più intensa nel mese di marzo, quando le importazioni aumentano del 436%, e proprio il 17 marzo esce il decreto legge Cura Italia, che autorizza ad acquistare all’estero dpi in deroga, cioè senza marcatura Ce ma validati.

 

Mascherine, i Paesi dai quali abbiamo importato di più nel 2020

 

Le importazioni registrano un ulteriore balzo ad aprile (+388% sul mese prima), poi a maggio l’andamento tendenziale si stabilizza. Il lockdown però finisce a metà mese e le attività produttive riaprono: la domanda di mascherine, quindi, scatta rapidamente verso l’alto e così a giugno l’import tocca un altro record, 772 milioni di euro in un solo mese. Risultato, nell’intero trimestre gli acquisti dall’estero totalizzano 1.700 milioni di euro, +3.362% rispetto allo stesso periodo del 2019 (quando le importazioni si fermarono a 50 milioni di euro).

A luglio la crescita dell’import mette a segno un altro consistente incremento (+1.930% rispetto allo stesso periodo del 2019), agosto invece si chiude con una contrazione dell’85% sul mese precedente, per le chiusure estive e per le disposizioni della legge 77/2020, che affida la validazione in deroga dei dpi importati alle singole regioni. Ma aggiunto settembre, il terzo trimestre mostra un balzo delle importazioni del 1.603%, 920 milioni di euro contro i 54 milioni dell’anno prima. Negli ultimi tre mesi, infine, il valore degli acquisti dall’estero si ferma a 372,5 milioni di euro, + 680% sullo stesso periodo del 2019.

 

Mascherine, i Paesi dove abbiamo esportato di più nel 2020

 

E il 2021? I dati dell’Agenzia delle dogane, riferisce Assosistemi, indicano che l’import è tornato a crescere anche più di prima: dall’inizio dell’emergenza sanitaria a questo aprile sono state sdoganate mascherine ffp2 e ffp3 per 769 milioni di pezzi. Considerato che a fine dicembre il totale ammontava a 344 milioni, significa che nei primi quattro mesi del 2021 l’import di dpi ha già superato del 120% i valori del 2020. Di qui la richiesta dell’associazione perché vengano revocate le norme sull’importazione in deroga: dato che ormai la produzione nazionale ed europea di mascherine e dpi può soddisfare abbondantemente la domanda interna, non occorre più rifornirsi di prodotti privi della marcatura Ce e non conformi agli standard di sicurezza comunitari. «L’import indiscriminato di dpi» è la tesi di Assosistemi «rappresenta un rischio e peggiora le condizioni di mercato in cui devono operare le aziende italiane ed europee: le differenze di prezzo tra prodotti comunitari ed extra-Ue, infatti, sono dovuti perlopiù alle procedure di verifica della conformità che devono seguire i dispositivi marcati Ce e al risparmio sulle materie prime e sul costo del lavoro. Germania, Spagna, Regno Unito e Belgio non si avvalgono più dell’immissione in deroga, Francia e Paesi Bassi rinunceranno a breve, l’Italia invece ha prorogato di recente l’importazione in deroga fino al 31 luglio».

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