Con un comunicato diffuso venerdì scorso, 16 maggio, Cef ha annunciato con «profonda commozione e dolore» la scomparsa improvvisa di Raffaello Recchia, vicepresidente della cooperativa. La nota stampa, firmata dal presidente Vittorino Losio, non si limita a ricordare la figura del dirigente ma ne tratteggia con partecipazione il profilo umano e professionale, espressione di una visione della farmacia radicata nella comunità e proiettata al futuro.
«Era molto più di un collega: era un farmacista di straordinario valore, un “cooperatore” autentico, un uomo generoso e diretto, sempre pronto all’ascolto» scrive Losio, sottolineando come Recchia rappresentasse «l’anima della farmacia di prossimità». La sua farmacia, tra le più antiche della provincia di Bari, era per lui «molto più di un’attività professionale. Era un presidio di cura, un luogo di comunità, un pezzo di identità personale».
Accanto alla fedeltà ai valori tradizionali della professione, Recchia coltivava una profonda apertura all’innovazione e al lavoro comune tra pari ed era tra i più convinti sostenitori del percorso di integrazione tra cooperative: «Credeva con forza nella necessità di fare sistema, di costruire una vera impresa collettiva tra farmacisti con la visione lucida di chi sa che solo unendo le forze è possibile affrontare con efficacia le sfide del nostro settore«.
Presidente di Farpas, vicepresidente di Cef e membro del consiglio direttivo di Federfarma Servizi, Recchia ha sempre promosso «una filiera del farmaco realmente integrata», fondata su «collaborazione, solidarietà cooperativa e autonomia della professione». Il comunicato si chiude con un pensiero alla famiglia e con l’impegno della cooperativa a custodirne l’eredità morale: «Raffaello lascia un vuoto enorme. Ma lascia anche una traccia viva, un’eredità che continueremo a onorare con responsabilità e gratitudine».