Locker, home delivery, televisita: si profila gara tra farmacie ospedaliere e quelle del territorio

Filiera

Dispensazione dei farmaci sette giorni su sette con locker automatizzati, consulenza a distanza, home delivery, profilazione accurata dei pazienti per conoscerne i bisogni e lavorare in maniera proattiva. È la farmacia di domani secondo i progetti della Sifo, la Società italiana dei farmacisti ospedalieri: non la farmacia convenzionata che assicura la dispensazione sul territorio dei medicinali di fascia A e della dpc, ma la farmacia ospedaliera o distrettuale che distribuisce in diretta – sempre sul territorio –  i medicinali acquistati dalle Aziende sanitarie. Una farmacia che, almeno sulla carta, è pronta ad abbracciare la digitalizzazione con molto più “trasporto” di quello che si osserva tra le farmacie del territorio.

I punti chiave del cambiamento sono stati anticipati al 43° Congresso nazionale della Società scientifica, ospitato a Bologna dal 27 al 30 ottobre. Il progetto, in sintesi, è di adattare la distribuzione del farmaco alla nuova organizzazione del territorio che discende dal Pnrr, così come al principio guida che la ispira: casa quale primo luogo di cura. I farmacisti del Ssn, è la convinzione del presidente della Sifo, Arturo Cavaliere, avranno un ruolo centrale nel nuovo assetto sanitario e l’apertura di «nuovi punti per la distribuzione diretta dei farmaci nelle Case e negli Ospedali di comunità permetterà di qualificare l’offerta di salute che nascerà sul territorio».

La linea, in particolare, è quella di fare leva su quanto offrono digitale e automazione per incrementare l’efficienza della distribuzione diretta. E se una delle critiche più spesso rivolte al canale della diretta è l’esiguità degli orari di apertura che costringono gli assistiti a dispendiose peregrinazioni (non solo in termini di tempo) ecco la proposta della Sifo: installare nelle Case di comunità (che nei piani dovrebbero assicurare orari h12 o h24) «armadi robotizzati in grado di erogare i farmaci sette giorni su sette». Alla prima erogazione da parte della farmacia ospedaliera o distrettuale, il paziente riceverebbe un Qr code che gli consentirà di prelevare le confezioni successive dal locker della Casa di comunità più vicina, nell’orario che più gli è comodo.

La distribuzione diretta ambisce a usare il digitale per avvicinarsi alla prossimità delle farmacie del territorio anche con l’home delivery: «Il servizio si rivolgerebbe alla popolazione fragile, che necessita di assistenza domiciliare ma che magari non ha caregiver» ha spiegato Cavaliere «stiamo pensando a una piattaforma di recapito a domicilio che si integrerebbe nella logistica certificata (ospedaliera, ndr) e trasporterebbe i farmaci a temperatura controllata con conferma della consegna tramite palmari e con telemonitoraggio dell’aderenza terapeutica». A breve, è stato annunciato, partirà un progetto pilota della durata di sei mesi che coinvolgerà 1.200 pazienti in Veneto, Lazio e Campania.

Ma la distribuzione diretta non vuole soltanto organizzarsi per andare a casa del paziente ed evitare che sia lui a viaggiare. Vuole anche assicurargli consiglio e assistenza remota. Dovrebbero provvedere le Centrali operative territoriali (Cot), un’altra delle novità del Pnrr, dove il farmacista sarebbe raggiungibile in televisita per dare chiarimenti sulle modalità di assunzione del farmaco prescritto o raccogliere segnalazioni di possibili interazioni, che il farmacista stesso caricherebbe poi sul portale della farmacovigilanza».

Per finire tecnologia e automzione non assicurerebbero al paziente soltanto maggiore comodità e assistenza continua, aiuterebbe anche a raccogliere dati sulla popolazione sanitaria che potrebbero essere poi utilizzati per stratificare gli assistiti in base ai bisogni di salute, e “limare” in base alle evidenze organizzazione e servizi. Senza contare che la digitalizzazione assicurerebbe la totale tracciabilità del farmaco e l’ottimizzazione di scorte e scaduti. «Integrando i dati amministrativi con quelli clinici» ha detto Cavaliere «sarà possibile ottenere un quadro più completo dei bisogni di salute del territorio, per poter meglio modulare l’offerta». Per stare al passo, le farmacie del territorio dovranno avviare al più presto una profonda riflessione sulla digital transformation.

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